sabato 26 settembre 2009

Breve indagine sulla scoperta del paesaggio pientino, da Romea Ravazzi a Aleardo Paolucci :alla ricerca del 'genius loci' della Val d'Orcia

BREVE INDAGINE SULLA SCOPERTA DEL PAESAGGIO PIENTINO: DA ROMEA RAVAZZI A ALEARDO PAOLUCCI, ALLA RICERCA DEL ‘GENIUS LOCI’ DELLA VAL ‘ORCIA.

Di Fabio Pellegrini



Una tavolozza,un violino, un pianoforte, un teschio, da cui non si separava mai: le uniche cose di Romea Ravazzi, che hanno segnato il suo passaggio, quasi per ricordare che l’arte e la vita sono la stessa cosa, ma che niente come la morte spiega meglio la caducità delle cose e ad un tempo la longevità e l’universalità dell’arte. La sua povertà e il suo candore, raccontano che fosse la migliore premessa alla sua pittura. Il suo rapporto diretto con le cose della campagna, con gli animali selvatici,i fiori, le persone semplici, ha fatto sì che nella sua pittura gli elementi che componevano l’atmosfera e il paesaggio rurale della Val d’Orcia si possano oggi leggere come un ‘cantico della natura’. L’aneddoto dell’uccellino con l’ala spezzata curato dalla Zia Remì che torna dalla sua salvatrice, disegnato da Alerado Paolucci nello stendardo di presentazione della mostra.

‘La Zia Remy non sta più qui
se ne andò a villeggiare
a Follonica sul mare’

E’ uno degli l’ultimi biglietti curiosi, scritti puntualmente in rima, da Romea Ravazzi, apposto sulla porta di casa a Beccacervello, prima di partire per una vacanza marina, l’ultima, quasi un presagio. La Zia Remy morì infatti a Pienza nel 1942 in casa Grappi, alle Case Nuove; era nata nel 1870, un anno importante per l’Italia divenuta stato unitario. Aveva 72 anni ed un male al seno l’aveva condannata. Dicevano i Romani ‘nomen èst omen’ : la Zia Remy aveva il nome di una strada, la più importante di tutte, la Romea, essa stessa storia e percorso di sentimenti e di persone ad un tempo. Come la pittrice di Pienza e della Valdorcia, essa stessa emblema di un percorso e crocevia di una vicenda culturale e di costume, che oggi suscita così grande interesse.
A questo proposito, un solo piccolo, insignificante particolare, lega casualmente la storia della mia famiglia pientina con quella di Romea Ravazzi e mi piace ricordarlo soltanto per le ragioni affettive che mi fanno sentire parte di questa piccola, ma antica comunità. Mio nonno, Angelo Pellegrini nel 1942, dopo la morte dell’artista, testimoniò la morte avvenuta e firmò per il riconoscimento, come è attestato nel registro dei decessi conservato presso il Comune di Pienza, dove compare la sua firma.
Niente più che una coincidenza, un dovere civico di uno che la conosceva bene, come quasi tutti i pientini del tempo. Mio nonno non era un intellettuale e nemmeno un artista, era uno che per lavoro frequentava ogni giorno le campagne e i poderi della Valdorcia e come mi aveva talvolta raccontato, incrociava spesso la ‘signorina’ nei suoi vagabondaggi solitari nei pressi di Porciano, un podere che mio nonno aveva abitato alcuni anni prima e che con la famiglia Grappi aveva ospitato per un pò l’artista al suo ritorno a Pienza, dopo l’inizio degli anni Venti.
Non era facile, nel periodo fra le due guerre, incontrare nelle campagne pientine una donna armata di pennelli e tavolozza, quando anche di violino.. Più facile incontrare contadini o troccoloni come era mio nonno o stagnini, calzolai, sarte, al lavoro nei poderi. Un brulicare di uomini e di donne in campagna oggi neppure immaginabile. Un’artista come la Ravazzi, conosciuta dai pientini come la Zia Remy, non poteva nel tempo che suscitare curiosità nei più e simpatia, con la sua dolcezza mista ad amore per la solitudine e per la natura, con le sue stranezze e la sua poverà, che era più di una garanzia quanto a umanità e grandezza d’animo. La Zia Remy visse inizialmente per un po’ di tempo a Porciano, con la famiglia Grappi, quindi si spostò più tardi a Beccacervello, dove vivevano le famiglie Carratelli e Pasquetti. Qui aveva la sua stanza di artista: un teschio sul comò, il pianoforte e il suo violino, con il suono del quale amava salutare i morti del paese. Racconta Aleardo Paolucci che una volta disegnò col suo sistema di ritrarre dal vero tutto, il muso di un coniglio di quelli di una volta, tutti bianchi e grandi di corporatura, con gli occhi rossi…Quando lo vide la signorina de La Salle sua amica, lo volle e in cambiale regalò un coniglio vero. Campava così la Zia Remy, del suo lavoro, giorno dietro giorno.
La sua arte era legata alla rappresentazione del mondo come ‘mimesis’, il suo naturalismo, la sua tecnica pittorica ‘dal vero’, le sue nature morte, i suoi ritratti ed i suoi paesaggi ci raccontano di una artista fortemente legata alla pittura ottocentesca, artista eclettica dal punto di vista stilistico, capace di cimentarsi nelle tecniche più raffinate.
Ma se è vero che Romea Ravazzi resta ancorata al naturalismo della fine dell’ Ottocento, mostra tuttavia una intuizione culturale importante dal punto di vista del sentimento del paesaggio della Valdorcia, intuizione che, se si escludono alcuni pittori venuti dopo, come Dario Neri e ancora più tardi Aleardo Paolucci, è da considerare rara e precoce nella nostra terra, sicuramente anticipatrice.
Non vi sono dubbi sul fatto che, a partire dal Romanticismo, fino alla prima metà del Novecento, la percezione comune dei viaggiatori e della cultura nazionale e locale circa la Val d’Orcia e il suo paesaggio è fortemente negativa. E’ infatti quella di un paesaggio povero di colture legnose e in creta, causa di miseria e di isolamento, una terra di confine e di fuoriusciti restata per secoli nell’abbandono. Basta leggere i resoconti dei viaggi odeporici o i travel book dei viaggiatori del Grand Tour, per capirlo subito. Anche le conclusioni di un viaggiatore senese, come Fabio Bargagli Petrucci, legato dalla passione storica alla Val d’Orcia, non giunge a conclusioni descrittive tanto diverse.
E’ da questo sentimento negativo del paesaggio, che prende radici la progettualità della Bonifica Integrale fascista, il rilancio dell’appoderamento e della mezzadria, l’avvio della ‘bonifica’ del paesaggio calanchivo, la nascita del rivendicazionismo sindacale dei contadini. Non si intravede alcun accenno in questo periodo ad una visione anticipatrice del nostro tempo, se non in alcune riflessioni di Iris Origo, alcuna considerazione del paesaggio della Valdorcia come ‘risorsa’. Questo si sarebbe (almeno teoricamente ) concretizzato solo cinquanta anni dopo, nella progettazione del Parco artistico e naturale della Valdorcia , grazie alla intuizione del Sindaco di Pienza del tempo, Vera Petreni e dei suoi collaboratori.
E’ con l’avvio teorico di questo progetto che si potrebbe infatti identificare ufficialmente la nascita della ‘consapevolezza’ nella classe dirigente della Valdorcia, circa il valore del paesaggio della loro terra in un mondo ormai in rapido cambiamento. Consapevolezza della necessità della ricerca di un nuovo modello di sviluppo e della riconversione produttiva del territorio possibile, dopo l’epopea mezzadrile.
Il primo ed unico riconoscimento postumo tributato alla Zia Remy dopo la sua morte, fu lo spazio di una mostra tenutasi a Pienza nel settembre del 1972, il ‘Terzo incontro d’Arte’ a quel tempo organizzato da Aleardo Paolucci e dagli amici della Pro Loco, con il patrocinio del Comune di Pienza. Una parte della mostra costituì la prima e ultima parziale retrospettiva di questa artista che ne La Nazione’ dell’epoca, viene giustamente posta in luce in un pezzo non firmato dove si leggeva: ‘ Nelle poche opere esposte della zia Remy, che tutti i pientini rammentano con simpatia ed affetto, rivediamo l’enorme possibilità espressiva di questo candido personaggio che è ancora vivo fra di noi, ricordato anche per le molte stranezze poetiche e la sua grande umanità. Tutto l’Ottocento italiano ha trovato in questa pittrice una studiosa attenta e sensibile, ma che ha saputo liberarsi ugualmente da ogni limite accademico per raggiungere risultati che esaltano e commuovono. Si è pensato di dedicarle tra breve una retrospettiva più ampia e completa per meglio far conoscere le sue qualità pittoriche ed umane’
L’ottimismo di allora, ‘a breve’…, si concretizza oggi finalmente in una retrospettiva che ricostruisce la vicenda artistica della ‘Zia Remy’.
Oggi nella pittura di Romea Ravazzi, la presenza e la considerazione del paesaggio appare più che mai frutto di una considerazione cosciente, legata ad un sentire moderno ed avanzato del paesaggio, ad un vedutismo che attribuisce al paesaggio naturale e umanizzato un valore autonomo, degno di essere chiamato ‘ risorsa’ , tale da invogliare i viaggiatori colti (oggi diremmo i turisti, ieri i ‘forestieri’ ) circa un soggiorno di scoperta di queste attrattive. Paradossalmente, se dal punto di vista della pittura, l’arte di Romea Ravazzi appare legata al passato e sembra non subire direttamente il fascino delle avanguardie del Novecento, la sua intuizione circa il paesaggio e il suo valore in Valdorcia, appare invece rivolta la futuro. Insieme a lei come non ricordare le allieve pientine Giulia e Petra Fregoli, studentessa quest’ultima dell’ Accademia, che appare particolarmente influenzata,da questo punto di vista dalla Zia Remy. Nella collezione degli olii di Petra Fregoli emerge uno spiccato senso della veduta paesaggistica, una attenzione particolare ai ‘sodi’, rappresentati e sentiti per la prima volta non più come natura ‘ostile’, ma quale ‘valore’ paesaggistico da mettere in evidenza. Mi lega idealmente a Petra Fregoli la rappresentazione perfetta della casa colonica (una casa torre medioevale) di San Giuseppe, poco prima della Pieve di Corsignano, di proprietà nel dopoguerra della mia famiglia , luogo mitico della mia infanzia che conobbi e praticai a lungo nella forma architettonica rappresentata i della pittrice pientina, così come era stato per secoli, prima dell’abbattimento della torre avvenuta negli anni Sessanta, quando il podere non apparteneva più a mio nonno.
Il genere ‘veduta’ con tutti suoi sottogeneri era indubbiamente conosciuto dalla Zia Remy, sia quello rivolto nel suo secolo al ‘pittoresco’ che quello rivolto al ‘sublime’, ma la sua ‘veduta’ minore di una Val d’Orcia poetica e marginale, finisce per antivedere nel paesaggio del tempo quegli elementi che dopo cinquanta anni assurgeranno inconfondibilmente a simboli di questa terra improvvisamente scoperta da milioni di visitatori. Petra Fregoli sembra muoversi nella direzione aperta dalla Zia Remy con grande convinzione e con un modo di sentire e di guardare al paesaggio assolutamente nuovo in questa terra.
Direi, senza alcuna pretesa di definizione, che almeno a prima vista, l’attività della Zia Remy appare più un episodio anticipatore del vedutismo contemporaneo del paesaggio, piuttosto che una esperienza artistica fine a se stessa, documento di una originale personalità artistica locale. Pertanto, al di là del valore culturale e affettivo che giustamente la comunità pientina conserva nella memoria, circa il passaggio della mitica Zia Remy con le sue stravaganze e la sua arte, occorre considerare il modo originale e innovativo con cui l’artista osserva il paesaggio e gli elementi che lo caratterizzano, non più scenari legati al naturalismo di analisi o denuncia di fine Ottocento, ma oggetto di godimento e di un sentire poetico diffuso nelle èlites colte, che preannunciano l’era del turismo e del viaggio. Era nella quale il paesaggio assume un ruolo centrale,oggetto di ricerca e esso stesso ‘economia’.
Il casale del podere Il Cipressino ( staziona fra l’altro davanti al podere Beccacervello, dove sembra operare un tipico ‘genius loci’ di Pienza legato alla storia della pittura) diviene, in un suo dipinto, un simbolo di questo mondo, allo stesso modo in cui, quasi un secolo dopo, diventerà ‘icona’paesaggistica della intera Val d’ Orcia, assurta a portale dell’Italia turistica dell’era dell’accesso.
Lo stesso podere di Beccacervello, attualmente abitazione privata, sede della bottega d’arte del pittore Aleardo Paolucci e del figlio pittoscultore, Enrico Paolucci, pregiati interpreti dell’arte figurativa contemporanea senese, è stato talvolta rappresentato dalla Zia Remy e Aleardo Paolucci ha voluto con un suo dipinto, realizzato sulla parete interna della sala del soggiorno, ricordare la presenza di Romea Ravazzi fra quelle mura.
La ricerca di un ‘genius loci’ all’ombra dei susini di questo piccolo podere prossimo alla strada di Santa Caterina, non è atto gratuito, ma è riferibile anche alla presenza in questa casa di Gino Severini pittore del Futurismo italiano( episodio da lui stesso ricordata nel suo ‘Diario d’Artista’) , legato alla città di Pienza dalla residenza paterna e dalle visite compiute in compagnia della giovane moglie francese, proprio in questo casale, abitato nei primi anni del Novecento da un Canonico pientino.
Si racconta in proposito che in questa casa abitata alcuni anni più tardi anche da Romea Ravazzi , l’artista ‘parigino’ posto di fronte all’imbarazzo della moglie Janine, per la macchia causata da un chicco d’uva schiacciato casuamente sul suo abito bianco, abbia voluto sollevarla da questo suo rammarico colorandosi…tutta la giacca la bianca con un grappolo d’uva rossa, premuta contro l’abito. Da Severini a alla Zia Remy e a Petra Fregoli che rappresenta spesso la strada e la casa di Beccacervello, ai Paolucci, non si può dire che sia facile trovare in Valdorcia luogo simile, dove agisce la presenza di un‘genius’ …per così lungo tempo.
Occorre ricordare inoltre che l’uso artistico dell’immagine nell’Era della riproducibilità dell’arte, ha acquisito per noi contemporanei un significato diverso da quello che possedeva in epoche lontane e che il consumo di immagini legate al vedutismo paesaggistico( oggi divenuto esercizio quotidiano privo della carica poetica originaria, a causa della grande quantità di immagini che vengono proposte in ogni modo dall’industria del settore) ha finito per ancorare l’idea contemporanea di viaggio ad icone ricorrenti, solo e soltanto alle quali è affidato impropriamente e simbolicamente tutto il messaggio positivo che promana un territorio.
Una mostra retrospettiva come quella di oggi, riesce prima di tutto a spiegare come nasce e come si sviluppa in un artista, giorno dopo giorno, il suo rapporto di amore con un territorio e di come lui medesimo possa divenire capace di interrogarlo con la sua ricerca, trasmettendo la sua intatta meraviglia. Questo a prescindere naturalmente dalla collocazione o dalla importanza della sua opera, nella storia della pittura e nella evoluzione tecnica e artistica del suo lavoro che spetta allo storico dell’arte collocare.
I paesaggi e gli angoli della campagna pientina, i poderi che fanno da sfondo alle nature morte ed ai ritratti della Zia Remy, le strade percorse ogni giorno, gli orti e le piccole aie dei poderi vicini alla città, i volti teneri dei bambini e gli occhi pensosi dei grandi dipinto dall’artista di origine umbra, costituiscono nel loro insieme una visione ed una idea del paesaggio naturale ed umanizzato della Val d’Orcia simile a quella che spesso viene ritratta ed idealizzata( sì idealizzata…) oggi con l’uso delle tecniche fotografiche e di elaborazione elettronica più sofisticata.
E’ come se il prodotto odierno della foto artistica potesse in qualche modo solo avvicinarsi alla realtà di ieri, una realtà in gran parte scomparsa, ma la cui memoria esercita ancora un grande fascino sui conoscitori della storia di questo paesaggio. Come ad esempio succede con le ‘Crete’ mitiche dipinte più tardi con grande poesia da Dario Neri o da Aleardo Paolucci, Crete che oggi che non ci sono più, ma che l’arte della fotografia e dell’informatica riesce a moltiplicare e far vedere dappertutto,col suo grande potere illusionistico.
Romea Ravazzi, come riferiscono i racconti di chi l’ha conosciuta, era povera e viveva della sua arte, quindi talvolta era costretta a dipingere per pura necessità Tuttavia il suo piacere del ritrarre, opera sempre nei suoi lavori come una trasfigurazione del reale, quasi riuscisse costantemente a sottrarre alla realtà quotidiana un suo significato superiore e segreto. Dipingere, come scrivere, non è un esercizio meccanico e in coloro che vivono o hanno sempre vissuto in simbiosi con l’ambiente naturale ed umano, sentito come universo vivente e non come ingombro casuale, questo esercizio può costituire il modo migliore per comunicare e trasmettere sensazioni, fornire chiavi di lettura e di interpretazione di immagini altrimenti ignorate dai più Ma quello che oggi può apparire solo come una originale, bizzarra, poetica e marginale intuizione estetica, domani può divenire il punto di vista estetico dominante, che elegge un paesaggio a icona del suo tempo.
Nell’era post-turistica che stiamo vivendo ( ai più non sfuggirà che una certa idea del ‘turismo’ è già tramontata nelle èlites culturali e che si fa strada un nuovo modo di intendere il soggiorno e di viverne il ’riposo attivo’, cioè l’ otium di antica memoria. ) acquista sempre più importanza e potere il messaggio della cultura immateriale legata al territorio e al paesaggio, alle sue trasformazioni, a discapito della cultura dell’accaparramento materiale di beni. Da parte del turismo culturale diffuso, il turismo dei ‘viaggiatori’, anche in virtù del cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita indotti dalla crisi globale, si tende a vivere la vacanza sempre più di ‘testa’ e alla ricerca sensazioni, e sempre meno di ‘pancia,’ con i conseguenti ‘accaparramenti’ materiali di natura varia. La pittura, la musica, la letteratura, legate al paesaggio in modo naturale, acquistano oggi grande rilievo in Val d’Orcia come vettori di ‘sviluppo’.Zia Remy è stata una pioniera solitaria e profetica di un modo di sentire e vivere la natura e il paesaggio di questa terra, che oggi si afferma sempre di più nel costume del soggiorno dei viaggiatori sentimentali dell’Era dell’accesso, la nostra Era.
Con Aleardo Paolucci il vedutismo novecentesco del paesaggio pientino e valdociano compie un salto di innovazione e tende anche stilisticamente a colmare la distanza del tempo trascorso. Con il suo pennello e la sua spatola Aleardo riesce a trasformare il paesaggio della Valdorcia in una categoria della vista e dello spirito ad un tempo e a renderla caratteristica permanente della sua pittura. La conoscenza approfondita della materia prima del paesaggio, la Creta ( la Creta che Aleardo lavorava da ragazzo povero alle fornaci di Pienza) non è più solo oggetto di poesia e di contemplazione, ma anche lo scenario su cui resta impressa la sofferenza materiale degli uomini e la loro storia, per cui la sua ricerca offre fin dall’inizio della sua attività artistica, la veduta di un paesaggio umanizzato e segnato profondamente dal lavoro e dalla sofferenza umana. Questa terra lavorata o ‘soda’, ignorata o fotografata, risplendente o cupa, rappresentata nel mutare lento delle stagioni, diventa nella pittura di Aleardo Paolucci una specie di calendario della vita, una diario su cui egli scrive pagine indimenticabili di ‘storia del paesaggio’ o meglio di ‘storia nel paesaggio’ della Val d’Orcia. La pittura di Aleardo Paolucci e il suo vedutismo storico si alimentano di una intelligenza e di una poesia laica che non nasconde una visione libera e profondamente religiosa della natura e delle cose. Religione nel senso etimologico del termine, cioè come legame profondo e commovente che un intellettuale o un artista possono stabilire con l’elemento principale del paesaggio e della natura : l’uomo. Penso a Pier Paolo Pasolini o a Renato Guttuso e al legame di tipo religioso che univa questi uomini di cultura laica a quello che rappresentavano. Aleardo Paolucci, in una lettera scritta tanti anni fa a Guttuso per ringraziarlo e informarlo del successo della sua mostra di Pienza ( settembre1974 ) da lui organizzata col Comitato cittadino, scriveva fra l’altro : “ Una persona molto semplice ha espresso timidamente questo giudizio a proposito dell’opera ‘Uomo col bambino in braccio’. ‘ Il bambino che appoggia la testina sulle spalle del padre emana un calore…’ ( intendeva dire proprio un calore fisico, termico). Il giudizio contenutistico svela inconsapevolmente anche l’aspetto formale; infatti la testina del bimbo, così vera e finita, grazie al chiaroscuro, acquista un dolce peso e quel tepore avvertito dal visitatore…”. Il vedutismo di Paolucci che pur ha alimentato la pittura di decenni con i paesaggi in creta, le colline , le trebbiature e il lento mutare dei colori della terra nelle quattro stagioni, possiede questa caratteristica, questo valore aggiunto di umanità, che ha reso molto amata la sua pittura ‘valdorciana’ in Italia e all’ estero. Con l’affermarsi della pittura di Aleardo Paolucci e di pari passo della scultura dipinta del figlio Enrico, la fama della Val d’Orcia è cresciuta progressivamente a partire dagli Incontri d’Arte e le Mostre di Grafica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, fino a diventare quello che è oggi in conseguenza del riconoscimento UNESCO, attribuito in ordine di tempo, prima a Pienza e poi alla Val d’Orcia. La coscienza del valore del paesaggio è così divenuta patrimonio collettivo, anche se il grado di protezione di questo, non è cresciuto di pari passo con la sua fama, nelle campagne che hanno visto gran parte delle Crete raffigurate dalla Zia Remy, da Giulia e Petra Fregoli, da Dario Neri e da Aleardo Paolucci, scomparse lentamente per sempre sotto i colpi dei moderni sistemi di movimento della terra.Oggi di questo paesaggio caratteristico in Creta non resta altro che un fragilissimo sistema residuale da difendere

martedì 22 settembre 2009

Cari 'compagni'..

C'è un pazzo fra di voi, non difficile da individuare...che augura la morte sul Blog alle persone che non la pensano come lui....E' un caso patologico, naturalmente. Ma è meglio se qualcuno di voi lo consiglia di farla finita....Sta esagerando e forse ci vuole davvero un dottore. Lo dico da amico. La cosa potrebbe degenerare. Io cancello, naturalmente,....ma....

TORNA LA TASSA DEI FOSSI... RESISTENZA PASSIVA... !!

La tassa dei fossi è arrivata alla fase finale. A Pienza nessun fosso è stato ripulito ,a quanto spiegano, quindi.... Io non voglio prendere l'avvocato per questa cifra. E' una questione di principio. Aspetterò l'ufficiale giudiziario e lo inviterò a prendere qualcosa in casa che vale quella cifra........ Faranno il mercatino delle Pulci a Piancastagnaio....L'importante è la coerenza personale. Chi ce l'ha, ce l'ha. Chi vuole le barricate..fatte dagli altri.... non è credibile. Chi si vuole esporre e lottare senza delegare nessuno,mi chiami , almeno 3394688212. Ricordate Ghandi ? Si chiama resistenza passiva, protesta non violenta, protesta contro una ingiustizia 'legale'. Forza, coraggio !!! Nomi e cognomi... Fate i Nomi.......

lunedì 21 settembre 2009

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE...

Il consigliere Serafini, dopo le bugie diffuse a suo tempo a carico dei consiglieri di Natura & Salute e sulle loro indennità mai percepite ( clamorosamente smentite dagliUffici competenti) che gli sono costate, fra l'altro, le bocciatura alle elezioni, insiste... In una interrogazione mostra di non sapere che il Sindaco è TUTTI I GIORNI presente in Comune. Due giorni a tempo pieno e gli altri nel tempo necessario a seguire il lavoro amministrativo. Vicesindaco e assessori sono inoltre in Comune a turno, come mai si era visto prima a Pienza...Fa anche finta di non sapere che Fabrizio è un lavoratore dipendente da privati, che pertanto non può perdere il posto di lavoro definitivamente, posto di lavoro che nessuno può garantirgli a fine mandato e che nella attuale condizione percepisce l'indennità di sindaco solo parzialmente. Prima di scrivere stupidaggini potrebbe chiedere....
Quanto alle perplesità dei cittadini circa Piazza Dante farebbe meglio a scrivere ' i cittadini fedeli al Serafini' cioè una minoranza certa.....
Con questa minoranza...e con questi argomenti...non si corrono rischi !!!!

venerdì 18 settembre 2009

CITTA' DELL' UOMO E DELLA SOLIDARIETA'

Torna la manifestazione pientina della 'solidarietà' con i deboli ed poveri, per la pace e l'amicizia dei popoli. Il programma nutrito di incontri interessanti e di iniziative culturali è la manifestazione più importante della nostra cittadina dal punto di vista della 'cultura della solidarietà' e della pace. Partecipiamo numerosi sabato e domenica alle inizitive, in un momento difficile per l'Italia, in cui vince la 'guerra' a discapito della pace e il sacrificio inutile di giovani vite, urla contro la cultura della 'guerra', contro le le false missioni di pace, portate avanti con le armi in pugno ed i bombardieri...Siamo per la vera e unica possibile cultura di pace, quella senza armi.

mercoledì 16 settembre 2009

POVERA SCUOLA.. dalla padella nella brace.

I Comuni, le Province, aprono le scuole.... in senso materiale e i ministri...le chiudono....Con molta obiettività vorrei spiegare che nelle scuole italiane siamo alla 'frutta'. E non solo per colpa della Gelmini....che sta facendo pura 'macelleria scolastica' ( precari licenziati, tagli privi di logica, handicappati semiabbandonati..) ma anche grazie a quanto fatto in precedenza dal suo predecessore il dott. Fioroni... che ha svuotato le casse dello stato, in tema di scuola, per dare alle private ( scuole confessionali in particolare) tanti soldi quanti mai ne aveva dati nessuno....La scuola pubblica dunque è quasi al collasso.( Nella mia scuola la cura Gelmini porta una classe prima con 33 alunni e 2 portatori di handicap...) Il motivo? Nessuno, dico nessuno in Italia, la considera, ormai, un bene su cui investire e la scuola privata....viene finanziata anche contro il dettato della Costituzione. Ve lo dice uno che insegna da quasi 40 anni e ha conosciuto le scuole di mezzo mondo. Cosa fare?

martedì 15 settembre 2009

NOSTALGIA, STATO D'ANIMO IN CUI... di Rino Massai.

Nostalgia,stato d’animo in cui si cade ogni qual volta il presente ci delude e si rimpiangono tristemente situazioni del passato che si vorrebbero rivivere, in pratica quello che provo io quando penso a Pienza e l’attuale ruolo del clero nella vita sociale. Mi rivengono in mente i tempi eroici di fine anni 60 e l’intensa attività culturale del gruppo di Don Marino, l’attivismo a tutto campo di Don Sergio, conservatore e poco disposto verso le richieste di cambiamento dell’epoca, ma persona di grande umanità e spessore, la vita ascetica e meditativa di Don Flori,i suoi interventi profondi,le sue riflessioni sulla fede e sull’esistenza,poi il vuoto.
Mentre i cattolici locali sono tutti impegnati in associazioni e organizzazioni varie e si occupano di politica,solidarietà,attività artistico-ricreative o sportive,noto una grande assenza della chiesa ufficiale; lo sostengo in senso generico senza far riferimento a qualcosa di preciso,anche perché non riesco a capire ciò che spetta alla Parrocchia o ad altre strutture amministrativo-gerarchiche presenti nel territorio.
Posso solo rilevare che il dibattito è assente,che esiste una struttura come l’ex seminario sotto utilizzata,che Sant’Anna è ridotta ad un agriturismo,che le case presenti nel centro storico (via della Rosa e Casello) sono vuote e cadenti,che le suore non ci sono più e che il convento è in vendita,che poco viene proposto per i giovani,meno per gli anziani.
E’ un rimpianto sentito di un uomo senza fede,credenti siate solidali.

Rino Massai

domenica 13 settembre 2009

IL COMUNE CON 'LEGAMBIENTE 'per 'PULIRE IL MONDO'

Vi invio il programma della giornata di Puliamo il Mondo alla cui manifestazione il Comune di Pienza ha aderito. Come scritto nel volantino precedente vi prego di comunicarmi entro il 20 settembre all' e mail capoc81@libero.it o al cellulare tramite sms 3396948329, il nome dei partecipanti, per verificare il numero e le modalità di organizzazione della giornata. Il numero dei volontari infatti non potrà essere superiore ai 50 e l' età minima di coloro che potranno avere gli strumenti per la raccolta è 15 anni.Luoghi: Pienza e Monticchiello (SI) Giornata 27 settembre 2009 dalle 9.30 alle 19.00Luoghi della manifestazione(se i partecipanti saranno numerosi ci divideremo in due gruppi, uno per Pienza e uno per Monticchiello; in caso contrario la mattina la giornata si svolgerà a Monticchiello e il pomeriggio a Pienza). a Pienza -Via delle Fonti fino al pratellone della Pieve di Corsignano (Pieve Romanica del 700 d.C), strada poderale di Pallagrossa fino al podere Colombaiolo; (Contemporaneamente strada degli scavi archelogici fino alla chiesa di Santa Caterina) -Risalita attraverso la strada verso il cimitero di Pienza; -Dal podere Beccacervello tutto il viale di Santa Caterina fino ai giardini pubblici; (percorso in campagna su strade poderali poco perscorse da autovetture, in una zona verde nella quale sono presenti la Pieve di Corsignano e la Chiesa di Santa Caterina). a Monticchiello - percorso pedonale intorno alla cinta muraria medioevale con annessi prati e piazzole adiacenti al percorso. Raccolta del materiale con furgoncini dei volontari e/o porter del comune e consegna dei rifiuti alla stazione ecologica di Pienza in loc. Pod Trieste. Grazie Manolo

venerdì 11 settembre 2009

Rioni, sfida a tavola

Le Mura mercoledì, Gozzante giovedì....Giunge notizia che la sfida del Cacio al Fuso continua a tavola....A Pienza si accende ancora la festa dei lanciatori e dei loro rioni. A cena si combatte meglio....Il Casello ha già cenato sui bastioni, ora sarà la volta di quelli del Cappotto, delle Mura ( con questo freddino..) poi Gozzante (primi nella storia, a cena in Piazza) festeggeranno anche loro. Che anche a tavola vinca il migliore..

Non è mai troppo tardi....

In un ordine del giorno della minoranza ( a me sembra piuttosto una interrogazione...) il Serafini scopre il problema della casa di riposo e chiede se la maggioranza la vuole e non troppo distante da Pienza......Forse non ricorda che i Pientini hanno firmato in 500 con Natura & Salute una certa petizione che lui e Del Ciondolo hanno ignorato e omesso di portare in Consiglio come previsto dagli Statuti. Poi la campagna elettorale... Se ci ha ripensato va benissimo... ne siamo felici. Gli anziani anche.

giovedì 10 settembre 2009

SE A PIENZA UN GIORNO...

Se a Pienza un giorno i volontari della Piazza raddrizzeranno il Duomo e chiuderanno il Cretto, qualcuno dirà che non avevano il permesso, che hanno preso l'ernia danneggiando l' USL dell'Amiata e che con le dita sporche hanno macchiato il cornicione....del Duomo, facendo spaventare i piccioni....
Se questa è l'opposizione si sta tranquilli.

martedì 8 settembre 2009

Gioco del Cacio al Fuso, invito a Verona ai giochi.. protetti dall' Unesco...

A Verona dal 25 al 27 settembre si terrà il 'Festival Internazionale dei Giochi in strada' 2009, organizzato dalla Ass.Giochi Antichi (AGA) in collaborazione col Comune di Verona e Regione Veneto e il Consorzio Verona Tutt'intorno. Patrocinio di Parlamento Europeo e Ministero dei beni culturali. L' AGA ha l'obiettivo di difendere e valorizzare il Gioco Tradizionale proclamato dall'Unesco 'patrimonio dell'Umanità' nel 2003. Alla Pro Loco di Pienza è pervenuto l'invito per il 'Gioco del cacio al Fuso'. I lanciatori delle Mura, vincitori della ultima edizione, parteciperanno al Festival. Pienza 'Città Unesco' ha dunque anche un 'gioco protetto dall'Unesco' . Lo sapevate?
Molti Comuni vantano..giochi.... inventati. Noi invece siamo...in regola.

SI APRONO LE SCUOLE...

Dopo il 'nido' ecco l'apertura delle altre scuole.....Asilo, elementari e medie. Molto impegno c'è voluto e ancora non è finita, per ripartire con le scuole. L'assessorato ai Lavori Pubblici (Lizzi) e il grande lavoro della 'manutenzione' ( grazie Lucianino) hanno tradotto in opere concrete le direttive del 'sindachino' in materia. I lavori all'edificio delle medie costringeranno i ragazzi a lavoro con i professori nel plesso delle elementari, per un pò di tempo. Sono state verificate anche altre possibilità per risolvere la questione, ma non c'erano le condizioni minime.... Anche la'palestra' è sotto l'attenzione del Comune per restauri necessari, in parte già fatti. Molti piccoli lavori sono stati realizzati per questa apertura. Fra un pò tutto tornerà a funzionare regolamente. Cari ragazzi, ora tocca a voi...Tanti auguri.....

domenica 6 settembre 2009

Alle MURA il Gioco del cacio al Fuso 2009

A sorpresa, visto che Gozzante era favorito dopo 2 anni di vittorie, le Mura hanno vinto il 'Cacio al Fuso' (87 punti) Un gioco semplice e antico. I Vittoriosi : Boris Bindi, Niccolò Ciolfi, Forzoni Gino, Tosco Garosi, Celestino Monachini, Oscar Carratelli, Ilceo Gorini.
Anche i bambini delle Mura hanno vinto la loro gara !!!
Seconda classificata la compagnia del PRATO (70 ) e terza classificata GOZZANTE (68).

sabato 5 settembre 2009

VOLONTARI : VIALE DI S. CATERINA , PANORAMA DI NUOVO VISIBILE.

Da oggi dal balcone si Santa Caterina si rivede l'Amiata.....I volontari in collaborazione col Comune hanno tolto rovi, metri di edera, superfetazioni vegetali, bottiglie e plastica... Quattro camions di risulta vegetale e due sacchi di bottiglie.. Erano decenni che nessuno lo ripuliva più......Ora il viale è tornato alle origini...Qualche cosa resta ancora da fare... ma la festa dell' 8 Settembre vedrà il viale risplendere....Dedicato a quelli che fanno solo polemiche inutili...

giovedì 3 settembre 2009

CICLISMO : 400 chilometri in 17 ore, valdorciani in bici..

'La Randonnè dei Luoghi dello Spirito'.....era di 400 chilometri circa e prevedeva una sosta obbligatoria alla Verna. Partita da Gaiole, vi è poi tornata sabato e domenica. Gianfranco Volpi e Maurizio Stacchiotti, con il sanquirichese Francesco Bertoncini, l'hanno portata a termine in 17 ore e 45 minuti.
Il nostro ex compagno Massimo Coniglio ha avuto un brutto incidente meccanico, e non l'ha potuta terminare, ma sarà presto ancora in bici. Auguri. Complimenti a tutti.

OGGI A MONTERONI:'Granfondo della Valdarbia': Maurizio Stacchiotti taglia il traguardo per PRIMO nel percorso 'corto' (52 km ).

APERTO IL NIDO RINNOVATO E AMPLIATO

Promessa mantenuta dal 'sindachino'. Il Nido ampliato e rinnovato a tempo di record. Una promessa della Piazza mantenuta. Grazie soprattutto alla giunta, a Lucianino infaticabile consigliere tuttofare, al servizio dei cittadini e al volontariato indispensabile di cittadini generosi... che hanno lavorato anche per quelli che erano in ferie....La Piazza lavora così : 'Tutti per uno, uno per tutti' al servizio di Pienza. Le famiglie sono soddisfatte.

PULIAMO IL MONDO con Legambiente

PULIAMO IL MONDO 2009
con LEGAMBIENTE

Quest’ anno il Comune di Pienza ha aderito alle giornate di Puliamo il Mondo 2009 manifestazione promossa da Legambiente nei giorni 25, 26, 27 settembre.
Il nostro Comune ha aderito con la richiesta del Kit di lavoro per 50 pesone adulte sopra i 15 anni.
A tutti gli appassionati, a tutti coloro che hanno a cuore la cura del nostro ambiente voglio comunicare che Domenica 27 Settembre Puliamo il Mondo si realizzerà anche a Pienza e Monticchiello.
Tutti coloro che vorranno partecipare (fino ad un max di 50 persone) possono comunicarmi la loro adesione tramite e mail o tramite sms al seguente indirizzo e numero entro il giorno 20 settembre:

capoc81@libero.it

339-6948329

Sarà nostro impegno comunicare dopo tale giorno le zone e luoghi in cui noi ci recheremo per lo svolgimento della campagna Puliamo il Mondo.

Il programma della giornata prevederà:
-ore 9,00 ritrovo sotto le Logge Comunali per la consegna di Kit di lavoro,
-suddivisione in sottogruppi ai quali saranno assegnate diverse zone di lavoro,
-pausa pranzo al sacco o nelle proprie abitazioni (per coloro che pranzeranno all’ aperto si ricorda di automunirsi del pranzo),
-ore 14,30 ritorno alle zone di raccolta assegnate,
-ore 19,00 termine della raccolta e trasporto dei rifiuti differenziati raccolti, presso la Stazione ecologica del Comune di Pienza tramite il porter del Comune che ci attenderà a fine persorso.

Ci aspettiamo una numerosa partecipazione, Manolo Garosi

mercoledì 2 settembre 2009

Come battere Gozzante?

oggi SUL CORRIERE DI SIENA
PIENZA. La Compagnie dei lanciatori del 'cacio al fuso' si interrogano su come togliere il primato a quella di Gozzante, da due anni imbattuta sul tondino di Piazza Pio II. Hanno disegnato nelle strade rionali il cerchio col gesso...per allenarsi a dovere. E di notte rotolano le forme di cacio stagionato sul selciato per riabituare la mano e lo sguardo al lancio col giro finale attorno al fuso. A Pienza è un gioco vero e antico, un esempio di manifestazione ludica e popolare, senza improbabili documenti a dimostrare chissacchè, sostenuto dalla Pro Loco da sempre, oggi organizzato dal presidente Daniele Crociani e dalla Amministrazione Comunale. I nostri nonni facevano esattamente così e anche i bisnonni, i ragazzi di oggi ed i grandi lo fanno pure e la sfida continua. Ieri nelle aie dei poderi, oggi in piazza, anzi da almeno cinquant'anni in piazza, da quando i contadini se ne andarono dalle campagne e il turismo divenne una chimera da raggiungere a tutti costi....Oggi i quartieri pientini e la campagna si sfidano in Piazza per la Fiera del Cacio. Gozzante e il Prato, Le Mura, Case Nove e S.Piero, il Casello. Eccoli ad aspettare la Festa, la Fiera del Cacio di una volta. Un tempo era la Fiera di San Matteo, che apriva l'autunno e per giorni tutti portavano qui a Pienza il cacio dalle Crete. Era il tempo di Corsignano e di PioII e si fa ancora così. Il 'cacio' piccolo, di pecora, stagionato al punto giusto, venduto qui. Prodotto nelle valli vicine o lasciato dai transumanti di ritorno sul Pratomagno dalle Maremme. Il 5-6 settembre si gioca ancora e questo gioco semplice piacque un tempo moltissimo al Cusano vicario di Pio II, il filosofo più importante del Quattrocento, l'uomo del Calendario papale, l'autore della 'Docta Ignorantia' che in un suo trattato di astronomia, scritto in forma di dialogo, come usava, fra maestro e discepolo, cita il gioco del fuso per spiegare la sua teoria eliocentrica: si chiamava il 'De Ludo Globi' e assomigliava moltissimo al gioco pientino. La Festa che torna a Pienza è la fine dell'estate e dell'anno agrario che si avvicina.Torna la voglia di giocare e di battersi col 'cacio al fuso'. Anche l'edizione baby fu vinta l'anno scorso dalla Compagnia di Gozzante e fra i piccoli pientini si scalda la sfida. Gozzante dei gradi e dei piccini, una scuola già antica che non molla. Nelle altre Compagnie si medita lo sgambetto, la beffa antica, la sfida, ci si allena dinotte e si aspetta. Nella Città di Pio II tutto è pronto perl 'ennesima sfida in Piazza. E' la vita che continua e il tempo scandito dai lanci e dalle grida. Si lancia in ginocchio, proni, sdraiati...le scuole sono tante, come i sortilegi che si sprecano nei chiassi, Domenica sarà un gioco vero.