martedì 15 settembre 2009

NOSTALGIA, STATO D'ANIMO IN CUI... di Rino Massai.

Nostalgia,stato d’animo in cui si cade ogni qual volta il presente ci delude e si rimpiangono tristemente situazioni del passato che si vorrebbero rivivere, in pratica quello che provo io quando penso a Pienza e l’attuale ruolo del clero nella vita sociale. Mi rivengono in mente i tempi eroici di fine anni 60 e l’intensa attività culturale del gruppo di Don Marino, l’attivismo a tutto campo di Don Sergio, conservatore e poco disposto verso le richieste di cambiamento dell’epoca, ma persona di grande umanità e spessore, la vita ascetica e meditativa di Don Flori,i suoi interventi profondi,le sue riflessioni sulla fede e sull’esistenza,poi il vuoto.
Mentre i cattolici locali sono tutti impegnati in associazioni e organizzazioni varie e si occupano di politica,solidarietà,attività artistico-ricreative o sportive,noto una grande assenza della chiesa ufficiale; lo sostengo in senso generico senza far riferimento a qualcosa di preciso,anche perché non riesco a capire ciò che spetta alla Parrocchia o ad altre strutture amministrativo-gerarchiche presenti nel territorio.
Posso solo rilevare che il dibattito è assente,che esiste una struttura come l’ex seminario sotto utilizzata,che Sant’Anna è ridotta ad un agriturismo,che le case presenti nel centro storico (via della Rosa e Casello) sono vuote e cadenti,che le suore non ci sono più e che il convento è in vendita,che poco viene proposto per i giovani,meno per gli anziani.
E’ un rimpianto sentito di un uomo senza fede,credenti siate solidali.

Rino Massai

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi vien da pensare che anche per quanto riguarda la religione, Pienza soffra di mancanza d'anime!
Esser un piccolo centro abitato con poco più di 1000 anime, pur avendo storia e sede vescovile, pone la nostra Città in secondo piano ripsetto alle altre realtà dove le anime da "preservare" sono molto più concentrate (di numero, non di pensiero)

Anonimo ha detto...

c'e il presidente della fabbriceria o ex comunque, con la delega alle politiche giovanili, meglio di cosi, basterebbe una voce...e l'armonia nella "piazza" c'e ancora si?

Anonimo ha detto...

non sapevo che il convento delle suore fosse in vendita, fara' la stessa fine del circolo acli? un super resort con piscina posta nell'ex giardino dove di giocava a "palla colpirsi", che fine.

Anonimo ha detto...

E' probabile, i soldi so soldi.
Sempre che qualcuno non si metta di mezzo. Se può.

Anonimo ha detto...

e' no! stavolta tutti fermi e tutto tace, chi vuoi che protesti i comunisti della piazza! non sono stati capaci neanche di farsi elleggere in consiglio. rimane solo la "nostalghia".

Fabio Pellegrini ha detto...

Io sono molto legato alle chiese in senso storico-artistico e culturale, le trovo capaci di tramandare in modo unico le sofferenze degli uomini. Apprezzo il fatto che siano state restaurate tutte, che siano ben salde per ilprossimo futuro e che suonino in esse le campane ovunque (molto meglio della TV) grazie a chi ha fatto questo grande lavoro. Nonmi intendo tanto di attività pastorale.

Anonimo ha detto...

il Serafini ha studiato al collegio dei santi carmelitani, sara' colpa sua anche di questo ( di rinterzo ma vale lo stesso), se mi fate sapere in quali associazioni ci sono esponenti clericali (attivi e non di facciata) me li segno.

Ivo Andrei ha detto...

Bravissimo Rino !Concordo in pieno con il tuo intervento .L'azione della Chiesa,certamente importante, non può limitarsi alla messa domenicale ed all'attività catechistica ;deve esprimersi anche in interventi concreti per la comunità .Giustamente tu dici che ci sono case ( anche terre ) non adeguatamente valorizzate e non ha senso cavillare sul fatto che un bene sia della parrocchia , o della diocesi o di altri enti ecclesiastici .Non valorizzare i " talenti " avuti , è una colpa .( Vedi la parabola dei talenti ).
Penso all'ex seminario.In occasione dell'anno santo vi furono fatti molti lavori per una grossa cifra.Poi a cosa è servito ?Solo per fare qualche riunione del clero e per qualche gruppo di scauts in estate .
Quale enorme merito potrebbero avere la parrocchia, la diocesi e la Chiesa ,se vi venisse organizzata una casa per anziani non autosufficienti!!!!
Chiaramente, con un preciso accordo e sostegno organizzativo ed economico da parte del Comune ,di altri enti interessati e ( perchè no? ) anche di privati.
Vero è , come ha detto Fabio ,che molto è stato fatto per le nostre chiese.
Anche questo è un merito .

Anonimo ha detto...

Smettiamo di dare l'8 per mille a questa chiesa troppo imprenditrice !

Fratellosole ha detto...

A Pienza siamo messi male, guardate il palazzo piccolomini- Una volta per le Opere Pie era 'sacrilegio' vendere alle mostre un quadro o una litografia. Oggi siccome ci guadagnano hanno fatto aprire l'Upim piccolomineo. Chi ci lavora fa il suo dovere...ma noi abbiamo la memoria lunga del palazzo...
Vendono anche il convento delle suore? Sono cristiani? Lo diano per la Casa di Riposo, la facciano loro...per i deboli e i poveracci...Vogliono vendere per un albergo di lusso?
E' normale.....però poi.....se lagente non crede più..a niente e solo ai soldi..io un pochino capisco il perchè....

Anonimo ha detto...

I preti sono anziani e pochi, non possono fare di più. Però gli affari li fanno quell'altri. Chi ?

Cristiana ha detto...

Caro Rino,
la nostalgia che provi tu la proviamo in tanti, nostalgia per le cose che erano e profondo dispiacere per le cose che non sono come dovrebbero o come vorremmo. I cambiamenti nel corso della storia ci sono sempre stati ma non è mai facile adeguarsi ad essi soprattutto quando ci pare di cambiare in peggio. La vita però, e anche la vita della Chiesa, è fatta da noi uomini, con tutti i difetti, i limiti e la pochezza che ci caratterizzano. Ognuno dà quello che è, quello che può. Non sta a noi giudicare. In tanti vorremmo una Chiesa perfetta. Non è così. Chi ne fa parte sente la sofferenza di questa imperfezione ma è veramente difficile fare qualcosa, anche perché nessuno di noi è santo né eroe.
Spesso, come vedo anche dai commenti al tuo post, si fanno tanti discorsi forse buttati là così, senza conoscere a fondo come stanno le cose o senza capire che i problemi sono complessi, radicati e profondi e non c’è mai una bacchetta magica che li risolve.
Certo non siamo in un bel periodo… La crisi dei valori, compreso quello della fede è piuttosto evidente e non solo tra i giovani.
La storia della Chiesa però ci insegna che periodi di luce succedono a periodi di buio e che le cose sono in continua evoluzione, in continua crescita, perché la Chiesa è un popolo in cammino.
Noi che nella Chiesa ci stiamo non vogliamo perdere la Speranza che è alla base di quello in cui crediamo. E anche se noi stessi siamo indegni e mai all’altezza, anche se a volte le cose non ci piacciono, ci fanno stare male e ci verrebbe voglia di abbandonare tutto, non lo facciamo perché una sola cosa conta: il Vangelo.
E quello non fa una grinza… Non c’è un’altra Buona Novella che sia così buona…
Naturalmente tutto questo è solo la mia opinione.
Comunque, non so se qualcuno ha notato che il convento sì, è chiuso e le suore se ne sono andate ma abbiamo una nuova suora, suor Lolita, una terziaria francescana.
Un’ultima cosa personale a te, Rino: sei sicuro di non avere la fede?

Anonimo ha detto...

troppo poco, solo i soliti discorsi di convenevolo..., se si vuole una cosa si fa, si appuntano i piedi e si lotta, anche a costo di andare contro il volere di qualcuno, altrimenti e' come l'acqua fresca.un saluto

Anonimo ha detto...

Caro, "un saluto", a cosa ti riferisci? mi sembra che Cristiana abbia una fatto una disamina giusta e corretta, dalla quale traspare palesemente anche la propria e la nostra sofferenza.
Che cosa significa in questo contesto, "se si vuole una cosa si punta i piedi si lotta e si fa?"
Mi sembra che tu voglia fare solo della sterile polemica, probabilmente hai sbagliato post.
Un cattolico.

Anonimo ha detto...

Lui parla di un'altra dottrina, quella impostagli da siena perchè solo quella conosce: se a Siena vogliono qualcosa anche contro il volere di "qualcuno", si puntano i piedi, si lotta e si fa.
Poi se la lotta viene persa e la strusciata di piedi arriva a provocare il mal di stomaco, non ci si chiede se era giusto o no lottare ed andare contro un qualcuno che poteva essere in numero maggiore del nostro.

extra ha detto...

Ho votato PD quando brodi è salito al governo anche in virtù della promessa del ritiro delle truppe disseminate nel mondo a portare "democrazia". Se avesse mantenuto la promessa, oggi non avremmo pianto 6 ragazzi.

Anonimo ha detto...

a siena ci vado solo a vedere la partita di calcio, altro non conosco..., non abbiate il timore di confessare che la comunità cristiana di pienza (e me ne dispiaccio, avendo io frequentato in giovane eta' l'oratorio dalle suore con il biliardino con una pallina sola, e il ping pong tutto scassato ma andava), da molto tempo ostaggio di un certo tipo di idea, ovvero, catuda la democrazia cristiana non vi sono piu anime da curare e convertire e quindi niente va' fatto per raggiungere lo scopo. perchè non meglio di ora una volta cacciati i comunisti dal comune dopo le passate elezioni, a giudicare da chi era in piazza a festeggiare e chi siede sui banchi del comune, riproporre a livello comunale una nuova stagione cristiana (demo) altrimenti le alzate in campagna elettorale di molti sono finite come paole al vento. p.s sapete cosa e' stato del delegato alle politiche giovanili, dopo le elezioni non ne abbiamo più sentito parlare.

Anonimo ha detto...

Poverino...questo la notte non dorme. Un medico...

Rino Massai ha detto...

La fede non è altro che adesione, una “credenza” a un contenuto religioso relativo a fatti soprannaturali che non si fonda su alcun ragionamento o prove obiettive; ho creduto fino ad una certa età, poi la convinzione si è esaurita in modo naturale, senza che lo volessi,ed ho trovato più coerente rimettermi ad una logica che ribaltava il ragionamento e partiva dall’uomo,affidandomi cioè ad un’etica senza Dio, libera dai vincoli del dogmatismo entro i quali opera la fede.
Non ho mai avuto interesse a negare il trascendentale,ho solo constatato che a me non serviva più e ho preso altre strade. Se Dio c’è non sta me stabilirlo,né ho desiderio di trattare la questione,se esiste sarà così comprensivo da valutare con imparzialità il mio percorso di vita; comunque vada credenti o meno,penso che a tutti farebbe piacere ritrovarsi da qualche parte dopo la morte . Io penso che non sia possibile,ma ci spero,ed in questo senso mi affido alla fede.
Cristiana ti ringrazio per la considerazione che hai dato alle mie osservazioni; preciso comunque che la mia critica era verso le gerarchie,non la base cattolica della quale ho ottima stima.
Approfitto per ringraziare anche l’amico Ivo Andrei

antonio mammana ha detto...

Carissimo Rino,

mi fa piacere, sinceramente, leggere le tue due riflessioni su aspetti della vita di fede.Ti stimo perchè hai molto coraggio, considerati i tempi che viviamo.
Rispetto la tua concezione della fede, ma non la condivido. Credo che il concetto di fede che in modo naturale hai superato nella tua giovinezza non sia stato sostenuto da sacerdoti o da cristiani autentici. Mi permetto solo di dirti che, a differenza di ciò che hai scelto liberamente di credere, la fede non è una generica adesione ad un contenuto religioso,ma, almeno per noi cristiani, l'incontro reale e continuo con Gesù. Le ideologie umane passano e, spesso, fanno molti danni; l'amore,la vicinanza e il Vangelo di Gesù restano e sfidano il tempo. Forse mi consideri della categoria di quelli che vanno in chiesa e sono peggio degli altri...ma non importa perchè per me c'è la Chiesa, con tutti i limiti che ha nei suoi rappresentanti e nei suoi fedeli, che mi conforta e mi guida.
A proposito della nostalgia dei dibattiti di un tempo, sono anch'io d'accordo a riprenderli. Forse i tempi dell'odio e del disprezzo della Chiesa sono veramente finiti?
Grazie e un caro saluto.

Rino Massai ha detto...

Ciao Antonio,
non era mia intenzione dare una definizione della fede secondo la concezione cristiana, ma solo tradurre genericamente il termine, tanto per sintetizzare e rendere chiaro il ragionamento ( nello stile del vocabolario; esattamente mi sono rifatto ai ricordi liceali e a quanto riportava il dizionario filosofico in adozione ) ; rispondo accettando amichevolmente questo confronto “ moderno” (ci siamo visti stamani) considerato che ormai si dialoga solo a distanza,anche se abitiamo in un piccolo paese.
Non sono molto d’accordo sulla considerazione espressa sulla validità delle ideologie,che passano,è vero, ma si adeguano anche ai tempi,al contrario dei principi religiosi che non tengono in considerazione i processi storici risultando spesso inadeguati alle necessità presenti; comunque non sono minimamente interessato a sviluppare la questione,lasciando che ognuno segua il percorso logico che più ritiene valido e valuto molto più importante favorire il confronto, sicuro, che comunque si sviluppi, ci aiuterà a capirci meglio e a migliorarci.
La nostalgia comune che ci lega mi fa piacere e sarebbe anche opportuno riprendere certi dibattiti antichi, da parte mia comunque non tanto per stabilire il primato della religione sul laicismo o viceversa ,ma per discutere della condizione umana.
Nei cenacoli religioso-ricreativi degli anni 60-70 si parlava di fede, di politica, di filosofia, anima,sesso e quant’atro, in un contesto di scontri duri che però erano finalizzati a individuare sistemi sociali più giusti e democratici; lo si faceva nelle sedi di partito, in sacrestia, presso il convento, nei cineforum, dove rivoluzionari e conservatori vedevano films classici, ma anche innovativi come “ La classe operaia va in paradiso”,” Easy reader” ,”Zabriskie point”.
Rimpiangere i tempi della fede è per me rimpiangere i tempi dell’impegno

Anonimo ha detto...

a da venì baffone...

Anonimo ha detto...

ha da venì, ma con l'acca (H)..

Anonimo ha detto...

per qualcuno ci vorrebbe davvero Baffone!!!

Antonio Mammana ha detto...

Carissimo Rino,

sono perfettamente d'accordo sullo spirito del confronto.
Ho anch'io una profonda nostalgia per dei tempi segnati dalla voglia di ragionare e lottare per grandi ideali. Ho vissuto quegli anni in una scuola dove nacque Avanguardia Operaia - ma nello stesso tempo ci si riuniva per pregare all'intervallo nello scantinato- e in un oratorio dove avevamo un prete che aveva come abitudne di parlare con noi giovani fino all'una di notte. Furono anni in cui nacquero molte vocazioni missionarie.
Non ho assolutamente nostalgia della violenza verbale e della sopraffazione ideologica che portò agli anni di piombo...
I tempi sono cambiati e ci ritroviamo a fare un lavoro dove è ancora più importante aiutare i giovani a ricercare la verità e a crescere interiormente. Di fronte ai "modelli berlusconiani" sembra essere come in prima linea. E' una guerra dura e sotterranea che si deve fare uniti. Non a caso domani uscirà nelle librerie un libro che raccoglie le linee del progetto educativo della Chiesa per questi prossimi anni.
E' significativo come questa sfida educativa dovrà essere fatta in piena collaborazione con la famiglia, la scuola e le altre istituzioni.
Visti i successivi commenti alla tua risposta, credo che possiamo trovarci di persona e continuare a pensare di fare qualcosa insieme.
Un caro saluto.

Fabio Pellegrini ha detto...

Ho attraversato il paradiso e l'inferno del Sessantotto (cosa diversa dagli Anni di Piombo...venuti dopo) una stagione di speranza e di impegno. Ho sperimentato le stupide litanie dell'ideologia di cui molti erano, eravamo ebbri e la splendida tensione dell'impegno, della lotta, del fare quotidiano senza limiti, senza pensare mai a sè stessi, al proprio ego ai propri interessi. Era la stessa cosa, allora, fra coloro che si definivano ingenuamente comunisti, anarchici, situazionisti, cristiani, socialisti...Tutti con un'unica speranza, cambiare radicalmente un mondo vecchio, falso, ipocrita, autoritario, senza speranza e senza giustizia. Ognuno con la sua piccola speranza dentro. Tutti sanno come è finita. E' rmasto poco. Una sola cosa è rimasta: la consapevolezza che l'intolleranza porta ovunque fuori strada e che la violenza non serve a nulla, che la guerra è guerra e che la pace non si fa con le armi. Insieme e diversi per l'interesse collettivo, senza idelogie, senza dogmi. L'esperienza della Piazza ha cercato di essere soprattutto questo. Uno per tutti, tutti per uno, senza sopraffazione, senza verità già date, uomini di buona volontà. I tempi sono questi. Inutile rimpiangere il passato. Non tornerà. Guardiamo al futuro che ci aspetta.