martedì 10 maggio 2011

Mostre : Al Chiostro personale di Andrea Janssen . di Mariella Spinelli

Riceviamo e pubblichiamo volentieri

Fino al 31 maggio i dipinti di Andrea Janssens sono esposti nel chiostro del Relais “il Chiostro di Pienza”

Quando la incontro non è sola.
Suo marito ci lascia amorevolmente .
Quello che abbiamo è sufficiente,anzi,direi che è più che sufficiente.
In fondo rubiamo mezzora ,non è tanto.

Le chiedo di camminare davanti ai dipinti e se potrebbe dipingere in un luogo diverso dal suo studio.Qui,per esempio.
Ricordo come Robert Rauschenberg abbia scelto, per un periodo della sua vita , d’incontrare culture diverse dipingendo in luoghi diversi. Vivendo per esempio in Italia,Francia,Gerusalemme,India.
Lei mi parla del suo grande studio di Anversa,in Belgio,della sua musica.
Le chiedo di dirmi qualche parola importante per lei.
Lei mi risponde”donna” e poi che dovrebbe pensarci. Trova tutte le donne interessanti.
Il nostro inglese non è perfetto e le sfumature si colgono anche dal gesto che usa fare nell’appoggiare la mano destra sullo stomaco(non sulla pancia),dai movimenti della testa.
Mi racconta che quando dipinge muove il quadro,lo gira ,lo appoggia per terra,lo raggiunge con pennelli al quale allunga il manico,ci sale sopra per toccarlo da vicino.
Può usare campiture piene,luminose,intense e cambiare improvvisamente con velature gocciolature,schizzi.
C’è tutto l’alfabeto della pittura,quello della storia della pittura.
Dal terribile colore forma di Francis Becon,all’ erotismo esistenziale del segno di Egon Schiele, alla campitura sospesa di Bonnard.
Ma come ogni pittore vero lei dice di non pensare, quando dipinge.
Quando pensa smette di dipingere.
Dunque è tutto nella mano e negli occhi e nello stomaco.
Quando ritrae qualcuno lo guarda e la mano fa il resto, come un sismografo registra i movimenti della terra.Le persone ritratte non si riconoscono ed è giusto così.
Andrea Janssens prende quello che le serve.
La realtà non è importante e non è vera,soprattutto.
Ciò che è vero è la sua visione registrata e trasmessa sulla tela.
Davanti ad una sua opera parla di un corpo esploso,terribile, ed un colore leggero ,quasi giocoso.
Il contrasto della vita emerge.
Si nomina “terrorista”ma lo dice sottovoce sottolineando così la potenza del significato di questa parola.Un artista concentra il suo potenziale distruttivo e immaginario nell’opera invece che nel reale.Si possono raggiungere gli stessi livelli di tensione ,crudeltà, passione.
La delicatezza nasconde la potenza di livelli estremi di umanità , animalità.

I ritratti sono colti prima col disegno con un tratto leggero,quasi sismico.
Nell’opera ,col colore il disegno rimane indipendente ,luminoso,come se la lotta non sia tanto tra la forma e lo sfondo ma tra il disegno e il colore.
”Io amo il colore”.Mi dice l’artista ,sorridendo.
Disegna col Bambù,come faceva Rubens perché il segno si libera.
Disegna con la sanguigna(un tipo di matita dal colore rosso sangue)
Ogni strumento ha la sua voce.Il bambù,la spugna,il pennello,il diluente,il pigmento etc..Ciascun strumento è contenitore di un numero infinito di possibilità e combinazioni espressive.

Si esprime in termini di peso per parlare di ciò che scorre nel quotidiano e invece ciò che resta.
La mia intuizione che la pietra( e sfioro il travertino delle colonne del chiostro)sia importante per lei come essenza di forza,contrasto,densità,è corretta.
Il corpo è la macchina che registra il mondo.Il linguaggio è quello della pittura .
Quasi alla fine,mentre lei è rivolta col volto al Chiostro le chiedo il nome di un’artista donna che stima.
“Ne parlo sempre alle mie figlie..e’ una francese..”Mi dice.
Non le viene il nome e le dico”la Bougeois?”
“Si,si..Louise Bourgeois.”

Non credo ci sia molto da capire della.pittura.La pittura và vista.
Certo,aver incontrato Andrea Janssens è stato importante ma poi,come dice lei,le cose si sentono. Si sentono come veramente ci suggerisce quando appoggia la sua mano destra sullo stomaco.
Dunque non c’è altro da fare che andare a vedere la mostra di Andrea al “Chiostro di Pienza”.
“A me piace molto questo luogo”.Queste sono state le sue prime parole.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

non è male è veramente bella

Leo J- ha detto...

bella mostra, srvirebbe più spazio

Fabio Pellegrini ha detto...

L'interruzione tecnica operata da Google
ha cancellato inevitabilmente alcuni commenti. Non ne siamo responsabili. Rimetteteli.

Anonimo ha detto...

La mostra è molto bella e vale la pena di andarla a vedere.

Bianca ha detto...

Bella mostra, grazie .

Bianca ha detto...

la pittura ci salverà !!

Giusy ha detto...

e' un tipo di pittura non facile per i meno esperti, ma conserva un suo fascino, senza dubbio !!Complimenti!!! Il Choisto è una sede belissima per queste mostre continuate così

Anonimo ha detto...

Buona tecnica espressiva