venerdì 3 agosto 2012

Geotermia contro acquifero, un alto rischio . Di CINZIA MAMMOLOTTI


L’acquifero del M.Amiata è a rischio: tra le cause lo sfruttamento geotermico, non solo la siccità Sono circa 200 i milioni di acqua che il bacino idrico del M.Amiata , uno tra i più importanti della Toscana
Meridionale, ha perso negli ultimi 30 anni. Nel 70’ si parlava di ben 300 milioni di m3 all’anno, oggi circa 90
milioni di m3 . In pratica si è ridotto di oltre la metà e per circa gli 800.000 utenti tra le province di Siena,
Grosseto e alto Lazio si comincia a prefigurare una situazione di forte carenza idrica. La siccità degli ultimi
mesi preoccupa il presidente dell’acquedotto del Fiora, i razionamenti sono iniziati ; la Regione Toscana
lancia grida di allarme, se non piove sarà un disastro. Ma nessuno tra coloro che sono preposti alla tutela
delle acque si preoccupa di informare che il bacino idrico del M.Amiata si sta svuotando non solo a causa
dei mutamenti climatici, con i quali comunque dobbiamo fare i conti, ma anche per lo sfruttamento
geotermico che Enel , insieme alla Regione e al consenso della politica e degli amministratori locali e
provinciali, sta portando avanti da anni . Una ammissione troppo scomoda dal momento che la Regione
Toscana non può rinunciare, come ha pubblicamente ammesso ,a questa energia e ha già deciso di
trasformare l’Amiata in un colabrodo attraversato da kilometri di vapordotti, torri di raffreddamento,
emissioni,tonnellate di CO2 paesaggi distrutti . Con il riassetto di Piancastagnaio e la nuova centrale di
Bagnore 4 nel Comune di S.Fiora la produzione passerà dagli attuali 60MW a 120 MW .
Già dagli anni 70 , esperti di Enel, hanno redatto uno studio idrogeologico nel quale si sostiene che
l’acquifero geotermico è alimentato dal bacino superiore potabile attraverso i camini vulcanici; nel recente
studio Mobidic per il bilancio idrico dell’acquifero dell’Amiata si aggiunge un altro importante tassello
per quanto riguarda il collegamento tra sfruttamento geotermico e acquifero ; nel 2007 tecnici della
regione hanno reso noto che nella definizione del bilancio idrico dell’Amiata ,tra i parametri in uscita ,è
necessario introdurre l’estrazione del vapore per la produzione di energia geotermoelettrica. Come se
non bastasse ,il rilevamento piezometrico di Poggio Trauzzolo ha recentemente evidenziato che la falda
acquifera si è abbassata di ben 200 metri rispetto agli anni 70’ .
Questi dati ormai acquisiti non sono tuttavia sufficienti a fermare lo sfruttamento geotermico e gli studi ,
pagati con soldi pubblici , non vengono neanche presentati alla popolazione locale che invece èrassicurata dalla stampa, dai comunicati di Enel e della Regione che parlano della grande occasione
dell’Amiata.
Basterebbe andare nell’area di Larderello a toccare con mano : in quei territori la geotermia ha
compromesso qualsiasi altra attività e per l’Amiata, non illudiamoci, sarà la stessa cosa.Questi studi riguardano anche le acque termali di un vasto territorio che arriva a comprendere Bagni
Vignoni , Bagni S.Filippo e altre località termali: già nel 1998 il Pof. Bacci dell’Università di Siena
in uno studio redatto per Arpat affermava che “lo sfruttamento geotermico per la produzione di
elettricità può portare all’esaurimento di sorgenti termali”. Il Sindaco di S. Quirico ha nel mese
scorso detto no allo sfruttamento della geotermia a media e bassa entalpia nel proprio Comune
temendo per il rischio arrecato alle acque termali e al paesaggio.
La singolarità della “questione geotermia” sta nel fatto che a parte le prese di posizione isolate, che
non incidono nelle strategie generali, gli amministratori locali e regionali , lungi dal porsi in
rapporto comunicativo con le popolazioni mediante un’informazione trasparente e corretta,
stanno compiendo scelte sul destino del territorio e della sua risorsa idrica senza assumersene
la responsabilità. Il che ,se si considera che tali scelte hanno effetti irreversibili, costituisce un
comportamento inaccettabile. Lo dicano, se hanno coraggio , sono quali i rischi a cuiva incontro il
territorio nel momento in cui si raddoppia lo sfruttamento geotermico!

4 commenti:

Fabio Pellegrini ha detto...

Cinzia Mammolotti, docente, ambientalista, da decenni membro dei comitati amiatini di salvaguardia, si batte da anni contro lo sviluppo geotermico voluto sull'Amiata dalla Regione Toscana, un rischio non solo per l'Amiata!!

Anonimo ha detto...

Ma se non piove? Non capisco.

tic tic ha detto...

Se non piove è anco peggio

Rossi G. ha detto...

Il problema dell'acqua e delle terme soprattutto + molto sottovalutato in Val d'Orcia, attenzione a restà co le mosche in mano!!!