martedì 14 agosto 2012

'Liber Chronicarum' la mostra di Francesco Dondoli

PIENZA. Pienza città del libro antico, sempre di più. Nella notte dell' Assunta arriva a Pienza nel Cortile del Palazzo Ammannati e in quello del Palazzo Borgia parte del LIber Chronicarum, ovvero la prima enciclopedia della storia del libro. Da una parte la mostra 'De Reditu' sugli incunaboli pieschi, dall'altra le pagine preziose e le incisioni del celebre 'Liber' laddove trattano di Pio II e delle sue opere letterarie e della città di Siena.. La mostra è stata organizzata da Francesco Dondoli, collezionista pientino, già collaboratore della mostra 'De Reditu', esperto e appassionato di libri pieschi ed espone parti dell'opera pubblicata a Norimberga e anche di quella contraffatta in epoca più tarda. Dondoli ha curato anche un piccolo ma prezioso catalogo della mostra.Il successo dell’edizione prima del Liber Chronicarum nel Quattrocento fu travolgente. Ne fu autore Hartmann Schedel (Norimberga 1440-1514), medico, studioso e collezionista di documenti storici; il suo progetto di tradurre in libro tutto il sapere umano fu possibile soltanto grazie alle capacità organizzative dell’editore Anton Koberger, che coinvolse i celebri artisti e xilografi Michael Wolgemut e Wilhelm Peydenwurff (maestri di Albrecht Dürer) ed altri importanti personaggi come l’umanista Sebald Schreyer, il medico Hieronymus Münzer, Georg Alt e lo storico Konrad Celtis. Nel breve spazio di sei mesi Koberger pubblicò nel 1493 prima la versione latina e poi quella con il testo tedesco. Tutte le biblioteche delle corti, delle università e dei primi bibliofili fecero a gara per possedere un esemplare della magnifica opera. Per esaudire le richieste, Koberger aveva perfino attivato un servizio di consegna che gli permetteva di recapitare i suoi libri entro quindici giorni dall’ordine in tutta Europa! Inoltre, per soddisfare le richieste dei collezionisti più esigenti, aveva predisposto la possibilità di fornire il libro con tutte le immagini colorate a mano, alla stregua dei preziosi codici manoscritti. Queste poche edizioni andarono letteralmente a ruba e, purtroppo, distrutte nel corso dei secoli.

Tra gli esemplari intatti rimasti, ricordiamo quello di Norimberga e, pregevole per qualità e stato conservativo, l’incunabolo della Biblioteca di Weimar, la cui riproduzione è stata autorizzata, in occasione del Cinquecentenario del più celebre e impegnativo incunabolo della storia della stampa. Vi si ammira la storia delle città europee principali fra cui Siena. La mostra apre il 14 sera e resterà aperta solo pochi giorni.

1 commento:

Gnomo ha detto...

Bene Ugo...ce la fai vedere due minuti e poi la riporti via subito?