lunedì 17 dicembre 2012

La scomparsa di Don Ivo Petri, il canonico della 'patria locale'

Se ne è andato con Don Ivo il canonico della 'patria locale', il  prosecutore dopo il Canonico Mannucci, della tradizione degli storici locali di formazione ecclesiastica, che molto hanno dato alla cultura italiana. Publicista e  collaboratore di quotidiani e riviste  era stato l'amico prediletto di Mario Luzi, di Leone Piccioni e il referente di gran parte della cultura italiana ed europea in visita a Pienza, da Carlo di Inghilterra a Carlo Bo al cardinale Ratzinger oggi papa. Uomo curioso e aperto alle novità del mondo, Don Ivo era stato il punto di riferimento principale dei giovani della mia generazione, sempre disponibile al confronto, spesso difficile ed acceso, ma sempre ispirato ad affetto e a profonda umanità. Ci mancheranno le sue battute ironiche e folgoranti, la sua intelligenza viva, le sue intuizioni, sempre fuori dal coro. Ho collaborato con lui fino all'ultimo, per la mia biografia del Conte Silvio Piccolomini, che accompagnerà la mostra del 2013, gli avevo dato il testo da rivedere. Sono felice e onorato di avere avuto la sua sincera amicizia e la sua stima, per quaranta anni. La sua intervista è stato il suo ultimo contributo da storico delle vicende novecentesche della 'sua' amatissima Pienza. fabio.

21 commenti:

Franz ha detto...

Addio 'tato' !!!

Anonimo ha detto...

CIAO TATO

GRAZIE

Anonimo ha detto...

Ciao DIP!

Sono giovane, non ho mai avuto il piacere di rapportarmi con te durate la mia crescita, ti ho conosciuto dopo, ma hai guadagnato una grande stima nei tuoi confronti, essendo uno dei pochi "in divisa" che apprezzavo.

Anonimo ha detto...

Non ha mai portato il cappello!!!!Bravo! ciao Dip

Alberto ha detto...

Lo sento ridacchiare, lieto, perchè parliamo ancora di lui!!!!A Pienza da quando se ne è dovuto andare, un grande vuoto!!

AV ha detto...

Ciao Tato, rappresentavi l'estro dei pientini ed il mio religioso ideale.

Fabio Pellegrini ha detto...

La notizia della scomparsa di Don Ivo ha fatto schizzare i contatti del Blog di mattina a 200 unità,in due ore, segno esclusivo dell'affetto di noi pientini per una figura a tutti molto cara...un giusto omaggio on line...

Aldo ha detto...

Addio Don Ivo, che tu riposi felice

Anonimo ha detto...

Uno dei pochi preti degni di questo nome

Ng ha detto...

Il suo gioioso anarco-clericalismo...era segno di grande intelligenza!!!!ciao Donivo!!!sarà dura ora.....

Anonimo ha detto...

Sì..aveva 'estro'..l'estro degli uomini 'capaci'

Cantastorie ha detto...

Ricordino. Il Vescovo di un tempo :' Don Ivo metteteti il cappello!, perchè vai senza? '
Don Ivo : ' Eccellenza, io il cappello lo metto solo quando...imbianco' !! GRANDE!!!

Fabio Pellegrini ha detto...

Nel 1969 avevo un esame di epigrafia latina, dovevo tradurre 70-80 epigrafi e il tempo era poco...Don Ivo mi disse, 'Dai.. vieni...in due si fa prima...' e riuscii a fare l'esame in tempo grazie a lui....Era fatto così ...grazie Dip !

V.N. ha detto...

Al Convegno in Comune per la cittadinanza onoraria al Prof Jan Pieper suo grande amico, Don Ivo disse' Consentitemi di fare questo intervento di ringraziamento a nome di Pio II....'

Anonimo ha detto...

Addio Tato...il tuo passaggio non è stato inutile!!!!!

Eugenio ha detto...

Meriterebbe una strada in ricordo del suo lavoro culturale a Pienza!!!

Anonimo ha detto...

ciao don ivo!!

VF ha detto...

Un altra parte di quella Pienza che ci ha cresciuto e fatto uomini, sen'è andata. Ciao Don Ivo, ti ricordo nei concerti d'organo in Duomo e nelle messe di mezzanotte di Natale, nelle omelie senza fronzoli, nel dialogo arguto ma alla portata di tutti, anche per concetti non alla portata di tutti.
Ti ricodo con il basco, con l'abito talare ormai consunto ma ancorpiù dignitosamente portato. Un caro abbraccio pieno di affetto e di rimpianto.

liliapetri ha detto...

la nonna mi disse:fammi andare in pace quando sarà..promettimi che ti ricorderai sempre che lo zio è solo..e meno male che era solo..l'ho visto ieri, l'ho letto nei vostri volti, nelle vostre lacrime,nelle vostre parole quanto era solo..grazie davvero di tutto Lilia Petri, la nipote

Unknown ha detto...

Decisi di preparare l'esame di stato dallo zio così come già mia sorella Lilia aveva fatto (ma Lei era sempre stata molto brava..io no). La mattina lo aspettai nel salotto semibuio, pronto con libri e quaderni, che da sul casello. (Devo specificare che fino a quel momento avevo avuto poche occasioni di raffrontarmi culturalmente con Don Ivo e dunque la cosa da un lato mi incuriosiva, riconoscendo il suo "sapere" dall'altro mi faceva anche un po' paura.. nel senso che temevo un pre-esame di valutazione). Entrò ed arrivo immediatamente al punto chiedendo: sei qui per l'esame di stato? Si zio, risposi....a me del tuo esame non m'importa una sega! (ecco.. non avevo mai sentito dire una parolaccia allo zio.. e dire che mi stupii è dire niente, fui quasi tentato di alzarmi e salutare..) Ma se hai interesse per la letteratura e, meglio ancora, per la poesia, allora se ne può parlare....(quella parolaccia doveva servire, e servì, ad instaurare subito un contestuale rapporto di distanza e di intimità) Certo! risposi ancora.. allora, dopo una veloce valutazione del programma ed un'indagine sui miei interessi personali (Leopardi...Silone...) concluse: domani mattina fatti trovare pronto che andiamo a leggere qualcosa sotto n cipresso che conosco io, in Val d'Orcia. Conservo un ricordo tutto mio di quei 15 giorni trascorsi insieme in luoghi di straordinaria bellezza e pace: all'inizio non capivo...per lo più leggeva poesie e prosa ad alta voce.. poche spiegazioni...tanta emozione.. insomma, a parte il buon voto che ottenni all'esame, ho ancora nel cuore ed in testa il Suo modo di trasmettermi conoscenza e tanto bene!







Anonimo ha detto...

..a distanza di anni, ricordo ancora il suo modo estremamente sintetico di cogliere il punto nel momento specifico. Sicuramente come ogni prete vocato e votato a Gesù era solo, come tutti coloro che viaggiano verso la parola di dio è che soprattutto la camminano. Camminare in modo autentico, schietto, creativo e unicamente caratteristico, è una attitudine di pochi e per pochi. Ma la solitudine è colma di voci, interessi, elementi, approcci, domande utili, servizio, umorismo, umanità paesana e verità. Quindi con tutta questa esperienza, altro non si può essere e diventare alrro che umani benevolmente determinati o determinatamente benevoli come lo era Don Ivo..