venerdì 12 aprile 2013

Quirinarie del M 5 Stelle: la base del movimento vota per il suo candidato a Presidente della Repubblica

I voti del M  5 Stelle ( 350.000 iscritti) per scegliere il proprio candidato a Presidente della Repubblica in modo democratico e trasparente vanno per ora a : Gabanelli, Rodotà, Zagrebelsky. Lasciando perdere le 'segrete' dei Partiti il movimento mette in piazza il suo voto senza la mediazione delle segreterie. Presto i risultati definitivi. Aspettando l'inciucio !

9 commenti:

Marzio ha detto...

Bene così, il nuovo c'è.

Anonimo ha detto...

si ma col 25% al massimo lo fanno uscere del quirinale...ma come si dice basta entrare poi' si vedra'...ma chi e' sto beppe?? quello che rompeva i pc perche' erano il male del mondo...

masi ha detto...

Sì quello che si incula il Gargamella!!!..e fà benissimo ! Forza Beppe!!

Rouge ha detto...

Uno del PD al Colle e Berlusconi col salvacondotto dalla magistratura!!!Ecco l'accordo!!
Bravi...
E' la vostra fine compagni!!

Giov. ha detto...

Tenetevi Topolino!!!Ve lo meritate!!dopo Craxi!!

Giov. ha detto...

Tenetevi Topolino!!!Ve lo meritate!!dopo Craxi!!

Berluska ha detto...

Al Colle una donna..
Salva di nome e Condotto di cognome.

Anonimo ha detto...

Vogliamo al colle La Minetti. Nuda.Sempre meglio di Stalin co' la giubba!!!

saggiolo ridicolo ha detto...

Ecco il "lavoro dei saggi" e le cosidette "priorità condivise":
Tra le varie cose, voglio solo elencarvi:

- limitazioni alle INTERCETTAZIONI (per la gioia del Caimano);
- giudizio POLITICO per la condotta dei magistrati (idem);
- nessun vero inasprimento su conflitto d'interesse e corruzione;
- CONFERMA del finanziamento pubblico ai partiti (che è abusivo);
- definizione di politiche DIVERSE per aree geografiche (per la gioia della Lega Nord e la teoria delle "macro-regioni");
- AUMENTO del numero minimo di firme necessarie per proporre referendum e leggi di iniziativa popolare (ostacolandole ulteriormente);

Insomma: in un sol colpo, tutto quello che LA CASTA SOGNA DA SEMPRE, con il plauso di Giorgio Napolitano.