domenica 26 ottobre 2014

Ieri l'Inaugurazione del busto di Pio II da parte del Soprintendente Emerito dott. Santi, grande applauso dei Pientini.

(richiesta pervenuta, rinnoviamo la pubblicazione del piccolo saggio del Blogger.)

BLOG ‘Notizie dalla Valdorcia’

Pio II di Piero Sbarluzzi nella Sala Consiliare, un dono e un ritratto della antica Comunità

L'ultima impresa di Piero Sbarluzzi è dedicata alla figura familiare di Pio II, il cui busto è stato collocato a monito e  ad onore  sul piedistallo sovrastante la presidenza della sala consiliare del Comune di Pienza. Un piedistallo misteriosamente vuoto e collocato lì negli anni Trenta, noi riteniamo proprio per questa idea,  mai potuta portare a compimento. Il Palazzo comunale è così arricchito da questa significativa immagine che tutela e ispira il Governo della Città. Pio II aveva voluto donare a Pienza dei nuovi Statuti, un patrimonio giuridico di cui lui medesimo era grande dottore e che voleva laicamente sottolineare la necessità di far crescere  Pienza, la nuova città, anche dal punto  di vista legislativo e non solo architettonico. La Città Ideale non poteva esistere solo architettonicamente; una configurazione giuridica della sua esistenza era necessaria e il Palazzo Comunale rappresenta la materializzazione di questo progetto. Posto di fronte al Duomo, esso significa la cultura civile e politica, che nell'età di Pio II incominciava a distinguersi chiaramente da quella religiosa. Anzi, questa distinzione incominciava ad essere teorizzata distintamente, come di lì a poco Machiavelli avrebbe spiegato nel suo  Principe. Religione e Stato, morale e politica, cultura civile e religiosa, rigorosamente separate: ecco, piaccia o meno, la porta vera di ingresso nell' Età moderna. Piero Sbarluzzi, con la sua maestria di scultore, ma soprattutto di pientino, legato a questa terra, nel 'segno-sogno' di Pio, donando al Palazzo Comunale questa opera così bella e importante, ha di fatto segnato questo momento. Il momento in cui il papa di Pienza, si spoglia volutamente della sua veste papale e del suo  potere assoluto, per rendere omaggio con la costruzione di questo palazzo pretorio e con il dono degli Statuti, alla civiltà giuridica moderna, che vuole separati questi poteri e che nella Città Ideale li divide e li unisce ad un tempo nell'interesse della Comunità. L'equilibrio dei due poteri è ciò che nei secoli avvenire garantirà la  crescita faticosa di questa civilizzazione nazionale. Piero Sbaraluzzi ha raffigurato in questo busto in modo mirabile le due caratteristiche di questo papa  senese e pientino, così  come esse escono vive dai Commentari e dalle sue lettere. Da un lato ecco il sovrano,  pontefice umanista e mecenate, con tutta la  ricchezza ritrovata della Chiesa e i suoi progetti di difesa della  cristianità; ciò è rappresentato da Piero con la Tiara, così ricca e  splendente nella sua grande dignità. Ma il volto del papa di questo busto di Piero,  restituisce al personaggio tutta la sua umanità. Questo volto scavato che richiama quella di un uomo di campagna della Val d'Orcia, come se ne incontrano nei nostri orti fra gli allori e i fagiolini, o alla Fiera davanti ad una porchetta, in Chiesa o in Piazza nelle feste, questo volto colto nella sua intelligenza operosa e nei suoi pensieri, non è per noi solo quello del 'papa' ma è il volto dei nostri padri, che in questa terra e in questa città hanno sofferto e amato, hanno lavorato e combattuto. In questo volto assorto che richiama alla mente la complessità del mondo della Chiesa, del mondo  del lavoro, del mondo della politica e dell'impegno civile ad un tempo, c'è tutta la nostra storia cittadina di artigiani e contadini, e il 'sogno' di amore e di grandezza che ci ha impegnato e affascinato  fin da bambini  . Piero Sbarluzzi ha  scolpito in questo volto secoli di 'pientinità', lavoro e sogni di grandezza, Povertà e Ricchezza , Ascesa e Caduta, Partenza e Ritorno: tutte le contraddizioni della storia umana e terrena della nostra terra unita alla Speranza . Piero Sbarluzzi è riuscito con questo busto di Pio II a restituircelo nel Palazzo civico in tutta la sua dimensione civile di giurista e di uomo politico, dopo avercelo donato nella sua figura di Pontefice  seduto e pensoso ad osservare la 'sua' Città, . Questa duplice immagine che è la figura sdoppiata di una grande personalità, finisce per restituirci l'uomo, il ragazzo di Corsignano divenuto vecchio, che seguita ad amare e a proteggere la 'sua' città, nata dal suo 'sogno di bellezza'. Nulla di più vero e di più significativo poteva essere collocato lì, su quel piedistallo vuoto, che aspettava da ottanta anni questa opera da sempre nella mente di ' PIERO DA PIENZA', un artista, un caro amico della 'vecchia Pienza, che a me piace chiamare fraternamente, non banalmente..,così.

FABIO PELLEGRINI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grande pezzo!!

Anonimo ha detto...

complimenti !!