mercoledì 19 novembre 2014

IL valser renziano delle poltrone e la falsa rottamazione..

IlFattoQuotidiano.it / Politica & Palazzo



Partecipate e municipalizzate, i nominati nelle società che dovevano chiudere

Partecipate e municipalizzate, i nominati nelle società che dovevano chiudere



Disboscare, ridurre, razionalizzare. Erano le parole d'ordine del governo sulle società controllate dallo Stato e sulle partecipate locali. Ma mentre il commissario alla Spending scriveva i suoi piani la giostra degli incarichi continuava indisturbata. Sulle poltrone, a prescindere dalle competenze, si accomodano fedelissimi del giglio magico e trombati della vecchia guardia. Così le società pubbliche sono sopravvissute ancora

11 commenti:

Anonimo ha detto...

forza Beppe...disboschiamoli!!!

Anonimo ha detto...

PD
Partito Dellepoltrone

Anonimo ha detto...

comode

Anonimo ha detto...

fregate fratres

Anonimo ha detto...

Renzi pagliaccio da fiera..

Anonimo ha detto...

il magna magna è ripreso...cin cin

Anonimo ha detto...

è sempre la solita storia dalla dc a creaxi a berlusconi a renzi...l'importante è il magna magna...
farà pure lui una brutta fine politica

Anonimo ha detto...

Renzi che delusione!!

Anonimo ha detto...

forza beppe stiantalo

Intercettazioni ambientali (no romanzo di fantasia) ha detto...

“Non è ancora arrivato? E’ in carcere a guardare qual è la cella buona per lui“. Fuori i giornalisti aspettano i politici per una dichiarazione sull’inchiesta spese pazze, e dentro a porte chiuse i politici scherzano come se fossero in un bar. Ci sono le battute sull’allora ministro Corrado Passera: “Profumo di Passera ha detto che taglia i soldi alle Regioni non virtuose” e quelle sull’ex premier Mario Monti: “Scappo a Cuba e piscio sopra la sua foto“. Ci sono le discussioni sul posto dove dormire in carcere: “Magari mi trovo il troione brasiliano. Ci sono anche la Mambro e la Franzoni”. Ci sono l’amarezza e la preoccupazione, ma anche le provocazioni di una casta che quando si spengono i riflettori si lascia andare ai commenti. E il filo conduttore è soprattutto uno: che fine faremo? Da qui le battute, sulla vita in carcere come sull’ipotesi – scherzosa, si presume – di fuga. Nelle 200 pagine sulle conversazioni dei capigruppi finite agli atti dell’inchiesta c’è anche una parte in cui i consiglieri non parlano propriamente di interventi politici, ma in attesa che arrivino tutti i colleghi per iniziare la riunione si lasciano andare alle battute.
E’ il primo ottobre 2012, da pochi giorni i consiglieri sanno dell’inchiesta della Procura di Bologna sui rimborsi spese. E si trovano per cercare una soluzione. In attesa di dare il via all’incontro, i politici scherzano sulla situazione e si provocano. La conversazione è stata registrata di nascosto dall’ex consigliere M5s Andrea Defranceschi ed è finita agli atti dell’inchiesta. Si tratta di una seconda riunione, dopo quella del 26 settembre, che dovrebbe servire per trovare un accordo su un testo da portare nell’aula del consiglio regionale per una nuova legge sui rimborsi. Alla riunione partecipano Defranceschi, Marco Monari capogruppo del Partito democratico, Roberto Sconciaforni della Federazione della Sinistra, Liana Barbati dell’Italia dei valori, Gian Guido Naldi capogruppo di Sinistra ecologia e libertà, il capogruppo ora deceduto della Lega Nord, Luigi Giuseppe Villani del Pdl. L’atmosfera è rilassata. Tra i bersagli ci sono anche l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e l’ex ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Il primo sarà autore pochi giorni dopo di un decreto per tagliare le spese delle Regioni (tra cui i vitalizi). L’altro invece ha minacciato in pubblico di commissariare gli enti non virtuosi. Ancora una volta il protagonista è il capogruppo Pd Marco Monari. Dopo la rivelazione del contenuto delle registrazioni, oltre ad autosospendersi dal partito, ha chiesto scusa ai giornalisti.

Anonimo ha detto...

solita politika dei partiti cioè dei furbi...io non voto più....no grazie