lunedì 15 febbraio 2016

Una scuola per fuggire dall'Italia

SCUOLA Meno sette. Entro lunedì prossimo migliaia di ragazzi dovranno scegliere il proprio futuro: liceo classico o scientifico? Ad indirizzo sportivo o di scienze applicate? Tecnico o professionale? Informatica e telecomunicazioni, dove pare si trovi lavoro, o geometra? Fino agli anni Novanta uno dei criteri suggeriti da professori ed esperti era quello di scegliere l’indirizzo in base alle proprie passioni. In quest’ultimi anni i ragazzi stessi hanno cominciato a individuare la loro futura scuola ponendosi una domanda: che farò dopo? Che mestiere potrò fare? Ora, forse, è il caso di porsi un altro criterio: va scelta una scuola che permetta dopo cinque anni di fuggire da questo Paese. Non serve a nulla ottenere un diploma o una laurea in un’Italia dove la maggior parte dei laureati non trova lavoro: sono appena il 45% quelli che, concluso un ciclo d’istruzione, riescono a trovare un’occupazione. La media europea resta molto più alta rispetto al nostro dato (76%). Peggio di noi è solo la Grecia. Pubblicità In questo Paese, al Parlamento, non ci sono i nostri giovani laureati ma gente come il senatore Antonio Razzi che la scorsa settimana in occasione della discussione sul disegno di Legge Cirinnà, ha rappresentato il nostro Paese così: “Noi ci sentiamo competenti al punto tale di assicurare ai bambini adottati da due padri senza una mamma oppure da due mamme senza un padre che essi non patiscano turbe di carattere psicofisico tali da menomenarne la personalità?”. In quest’Italia può capitare di chiamare la Telecom e trovare dall’altra parte del telefono una gentile signorina (magari diplomata e laureata) che prima del termine della chiamata ti prega di darle un voto almeno sufficiente in caso di sondaggio per timore dei tagli aziendali.
Questa è l’Italia del professor Stefano Rho, licenziato per non aver dichiarato di essere stato condannato per una pisciata. E’ il Paese dove i cervelli migliori fuggono: nel 2013 circa 46 mila studenti risultavano iscritti in un Paese dell’Ocse e altri 3.000 in un Paese non membro dell’Ocse. Regno Unito, Austria e Francia sono le destinazioni preferite. Allo stesso tempo, le università italiane attirano pochi studenti stranieri: nel 2013 erano meno di 16 mila. E’ l’Italia che investe otto miliardi nell’università a fronte dei 26 della Germania. Pubblicità E allora che fare? Il criterio per scegliere una scuola superiore è uno solo: un corso che insegni bene le lingue e l’uso della tecnologia. Sono gli “attrezzi” che serviranno per andarsene da questo Paese, per trovare lavoro o proseguire gli studi lontani da un’Italia corrotta dove quelli come Storace, Fassina, D’Alema, Migliore, Vendola, La Russa, Formigoni, Casini & compagnia sembrano non finire mai, sempre “con un posto” grazie al cambio di casacca o a un vitalizio. Chi sceglie la scuola in questi giorni lo deve fare solo dopo aver letto quanto ha scritto la ricercatrice Roberta D’Alessandro, da 16 anni lontana dall’Italia: “Io non faccio parte della ricerca italiana e non per mia volontà. Dall’Italia sono stata cacciata, ai concorsi non vincevo mai e mi arrivavano per interposta persona i complimenti della commissione. Ma io con i complimenti non mangio

10 commenti:

a voglia a lavori... ha detto...

Risulta che per i cd “posti in piedi”, cioè quelli da svolgere manualmente, continua a sussistere un altissimo livello d’offerta, al quale non corrisponde altrettanta domanda: si tratta di gelatieri, pasticcieri e pizzaioli. Poi è stato esaminato il comparto agricolo, dove si verifica un duplice fenomeno: a fronte di una crescita del 2% di aziende agricole guidate da giovani, di aziende “made in” e green economy, esiste una difficoltà a reperire raccoglitori stagionali di frutta ed ortaggi e di trebbiatori. Ma l’indagine non si ferma qui, l’analisi prosegue per i lavori specializzati (mancano 230 mila specialisti in informatica, tlc e e-business), per il settore “cura alla persona e salute” (mancano 60.000 infermieri ed il lavoro domestico è coperto da stranieri). Un’indagine a 360°, quindi, quella di Fondazione studi, che fa emergere anche i valori e le percentuali delle figure più difficili da trovare: commessi, camerieri, parrucchieri ed estetiste, informatici e tematici, contabili, elettricisti, meccanici d’auto, tecnici di vendita, idraulici e posatori di tubazioni, baristi, infermieri, pizzaioli, sarti, falegnami.

Anonimo ha detto...

bambini, andate a lavorare come hanno fatto babbo e nonni, ma non a 35 anni... invece di continuare a gravare sui loro borselli, il posto da scenziati temonucleari o spaziali non c'e' per tutti, la preoccupazione sembra piu' che di cercarlo e' di trovarlo, perchè poi ci devi andare tutti i giorni...diffidate di persone che hanno o lovorano si e nò 18 ore alla settimana , al caldo e senza dover produrre nulla...con pensione assicurata a prova di bomba...

Anonimo ha detto...

Stavolta un po' ci azzecca...

Anonimo ha detto...

date retta a lo sgratta che come noto ha lavorato in miniera...

Anonimo ha detto...

Il discorso ha una sua verità ...non si può avere la testa fasciata,a volte una cosa può essere giusta indipendentemente da chi la dice,senno' si fa come loro che danno contro per principio senza mai entrare nel merito!

Anonimo ha detto...

l'amico delle 13.57 risponde con la classica frase da webbe, non ho argomenti per ribattere o almeno una mia opinione in merito, allora attacco personalmente chi la scrive...p.s anche lavorare in miniera ha una sua dignità assoluta, sempre meglio che farsi mantenere a vita.

Anonimo ha detto...

bè---- si sa lo sgratta era in miniera puarino con Pio II minatore...poi in miniera c'erano tutti i ciondoli e anche don lumino.

Anonimo ha detto...

semo un popolo di minatori,,,, noi qui..

Fabio Pellegrini ha detto...

Non c'è il posto da scienziati termonucleari per tutti ? Male..Visto che sono così pochi, in definitiva, il posto ci 'deve' essere, specie se c'è in Olanda anche per gli italiani, un paese che ha pochi milioni di abitanti...Sarebbe nostro interesse che ci fosse...perchè siamo il paese più 'ignorante' d'Europa col Portogallo e la Grecia....e di cervelli abbiamo molto bisogno...pena... le figure che facciamo ! Inutile ragionare come mio nonno...con l'ottusità tardo-mezzadrile....la cultura deve essere riconosciuta e premiata....e invece di dare ventimila euro al mese a parlamentari spesso in odore di mafia col diploma di scuola media...meglio se si danno 1000 euro....ai giovani ricercatori e ad un tempo si tagliano le spese militari, un inutile scandalo in barba alla Costituzione. Meglio 1000 ricercatori di 1000 sergenti .... Non siate più realisti del re....visto che deputati e accademici e commins di stato i loro figlioli li sistemano sempre prima dei vostri anche se non sono un granchè....e passano puntulamente da geni anche se non lo sono...

Anonimo ha detto...

ma quello lì dice poco...ragiona co' la circolare del partito sotto il letto e non si addormenta se non la legge tutte le sere.. il suo rosario pidino...ah ah ah che soggetti a rischio!