La procura di Siena aveva riaperto l’inchiesta lo scorso 16 novembre e la famiglia aveva detto sì a una eventuale riesumazione. Ora gli inquirenti hanno deciso di procedere e l’hanno disposta. Si riapre così il caso della morte di David Rossi, ex capo area comunicazione di banca Mps trovato senza vita il 6 marzo 2013. Quando l’istituto di credito di Rocca Salimbeni era investito dai casi Antonveneta e derivati.
La famiglia si è sempre battuta perché il caso non fosse archiviato come suicidio e aveva presentato tramite i legali tre perizie: una grafologica, una medico legale e una dinamica fisica sulla caduta del corpo dal terzo piano di Rocca Salimbeni. I periti avevano rilevato  “notevoli sospetti” sulla scrittura dei tre biglietti d’addio scritti alla moglie con un movimento irrituale sintomo di “non piena libertà di movimento”. Ma anche una ferita al capo “riconducibile a un corpo contundente”. E poi i segni sulle scarpe e le ombre visibili nelle immagini della telecamera di sicurezza, aspetti di cui Il Fatto Quotidiano aveva parlato già nel 2014. Secondo la famiglia, tutelata dall’avvocato Luca Goracci, “il possibile movente potrebbe essere nelle mail scambiate con il dg Fabrizio Viola nei giorni precedenti la morte, perché forse David era intenzionato a raccontare quel che sapeva”.