giovedì 21 aprile 2016

Beppe Grillo: 'Il PD privatizza l'acqua e se ne frega di 27 milioni di italiani'. Caos alla Camera..

Si chiamava "Legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua". La prima firma era del MoVimento 5 Stelle, quella di Federica Daga, ed era una legge per rispettare una volta per tutte la volontà di 27 milioni di cittadini, coloro che con il referendum del 2011 hanno chiesto che la gestione dell'acqua restasse pubblica.
"Era", perché di quella volontà non è rimasto nulla. La maggioranza ha tolto l'articolo 6, cuore della legge, lasciando via libera ai privatizzatori, e il M5S ha allora ritirato le firme per non sottoscrivere un simile scempio.
Ma non è stata calpestata solo la volontà dei cittadini: la Camera ha calpestato anche le più elementari regole democratiche. La data per la discussione e il voto sulla legge è stata anticipata e posticipata infinite volte, finché non si è deciso -a sorpresa- di fissarla proprio nel giorno in cui moltissimi parlamentari del M5S sono assenti perché espulsi in precedenza dalla Boldrini. Tra gli assenti c'è anche Federica Daga, relatore di minoranza, e quindi per la prima volta nella storia si discute e si vota una legge senza che il relatore di minoranza possa entrare in aula. Questo per chiarire una volta per tutte in quale considerazione è tenuta l'opposizione nel Parlamento italiano.
Così, l'acqua sarà ri-privatizzata a forza e per esclusiva volontà di governo e maggioranza

5 commenti:

Anonimo ha detto...

fascismo idrico brutti stronzi...

Anonimo ha detto...

è la democrazia di quel pitale di merda di partito!!

Anonimo ha detto...

Ma Renzi ci ha già donato una delle sue perle di "motivazioni democratiche" in merito a questo?

Anonimo ha detto...

“L’acqua pubblica non è un bene pubblico”. E la Pd Cristina Bargero fa il giro della rete

“L’acqua pubblica che arriva nelle nostre case non può essere considerata un bene pubblico”. E’ questa la frase che, dopo le proteste di M5s e SI in Aula a Montecitorio, sta facendo arrabbiare gli utenti della rete che difendono il risultato del referendum sull’acqua pubblica del 2011, minacciato dal ddl passato ieri alla Camera e pronto per approdare a Palazzo Madama. A sostenere la tesi è Cristina Bargero del Pd, che se la prende contro quelle che definisce “posizioni ideologiche”. “Al cittadino non deve interessare che il servizio lo gestisca una società in house, una società a capitale pubblico o mista, perché quello che garantisce il cittadino e gli investimenti sulla rete è l’affidamento a un buon contratto di servizio e dalla regolazione, questo è il vostro errore ideologico“. Una tesi che riassume la posizione del governo guidato da Renzi

Anonimo ha detto...

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