Un bail-in mascherato che rischia di tramutarsi in bail-in vero e proprio se i risparmiatori si rifiuteranno di convertire leobbligazioni subordinate in azioni MontePaschi. A tanto si è arrivati dopo un’estate di pensamenti e ripensamenti sul piano di salvataggio e vani tentativi di trovare una copertura sul mercato all’aumento di capitale da 5 miliardi dell’istituto senese. In prima battuta gli advisor della banca (Jp Morgan e Mediobanca) e il Tesoro (primo azionista con il 4%) avevano pensato di proporre la conversione “volontaria” dei bond in azioni ai soli investitori istituzionali in modo da ridurre l’importo dell’aumento di capitale da 5 a 3 miliardi. Poi si è capito che solo in pochi avrebbero aderito e che la fatica di racimolare 3 miliardi sul mercato sarebbe stata vana, mancando comunque all’appello i restanti 2 miliardi. Dunque, come ha comunicato il consiglio d’amministrazionedell’istituto, l’offerta di conversione verrà allargata a tutti i detentori di bond, cioè anche ai risparmiatori – in massima parte correntisti del MontePaschi – che hanno in portafoglio titoli subordinati per oltre 2 miliardi di euro, vale a dire quasi il 50% delle emissioni di questo tipo effettuate dalla banca (4,5 miliardi in tutto)