domenica 1 gennaio 2017

POESIA: LA RACCOLTA DI MICHELE MASOTTI, IL PALIO COME METAFORA DELLA VITA

  ‘Pugno di diamante’  il libro di  poesie sul Palio di Siena, di Michele Masotti,  è un’ autentica rivelazione ( il padre di Michele è Fabio, già direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e  fondatore degli degli Amici della Bicicletta  senese,  già insegnante, con molte amicizie  pientine e mio antico compagno di avventure sportive e non) . La raccolta, che già ha conquistato un premio letterario autorevole, è la prima pubblicata dal giovane scrittore e poeta  aquilino, che ho visto nascere e crescere sulle mie ginocchia. Michele è un ragazzo precoce, che è sempre  andato  di fretta… Venne  alla luce  qualche mese  prima del previsto e Daniela la mia compagna di allora, quando lo vide per la prima volta scoppiò a piangere: ‘Ma è cosi’ piccino che pare un conigliolino sgusciato…’ disse, poi  ancora bambino Michele imparò a correrci dietro con gli sci con la sua puntuale e immancabile febbre… a 40 . Poi venne il tempo della scuola, del film della Archibugi  sul libro di Federigo Tozzi ‘Con gli occhi chiusi’ ( quasi una premonizione) e della  sequenza  con lui bambino in Piazza. Venne poi il tempo dell’ amore per il ciclismo, dei romanzi di successo e tutto il resto. Così a 36 anni  Michele si è già fatto conoscere come scrittore e come e poeta e non si tratta di benevolenza o di favori, ma di un posto guadagnato sul campo, …anzi… in Piazza del Campo, con con un lungo lavoro appassionato,  che comprenderà a breve la trilogia romanzesca, la biografia di un eroe  ilcinese, ed ora la raccolta di poesie  qui segnalata.
Quello che si nota subito leggendo questa raccolta  è  che tutta la  cultura paliesca  posta sapientemente sullo sfondo dei versi,  nasconde una capacità di riflessione profonda sulla vita umana. Tutte le emozioni,  i patimenti, i desideri, i dolori e le gioie nascoste,  le veglie e le attese del Palio, i racconti di vecchi fantini e di cavalli  finiti nella mitologia senese, non sono affatto  un armamentario retorico o consolatorio, riesumato per compiacere  chi legge,  ma una grande metafora gioiosa,  commovente, talvolta dura,  del vivere quotidiano.  Si tratta  della parte visibile di quel punto interrogativo, di quel rovello, di quell’ansia dell’esistenza che, a partire dalle  forti emozioni paliesche,  risale alla inevitabilità del dolore, della gioia e del pianto,  modi di sentire di un’ umanità antica come quella senese.. E’ l’entità sociale e culturale  di questa città che orgogliosamente mette  in gioco nell’era dell’accesso la sua fragilità e la sua forza, la sua passione e la sua disperazione  per   un mondo che cambia.   Ma  che non abdica  ai suoi valori di fronte alla   alla vita o alla morte, valori che sono stati praticati  e  custoditi  gelosamente nel  labirinto  dei vicoli  senesi .
Vorrei aggiungere che recentemente nel corso di una presentazione in Fontebranda di un libro sulla figura mitica del ‘Sor Ettore Fontani’,  la nipote del grande protagonista del Novecento paliesco ha tenuto a sottolineare  nel corso della bella serata, che l’amore dei senesi per l a contrada è cosa antica e preziosa, ma ha  giustamente ammonito che nella vita vi sono anche altri valori importanti che non debbono essere mai dimenticati e che ‘vivere per la Contrada come se fosse lo scopo unico  della vita non è né accettabile, né giusto’. Ha aggiunto che in contrada si deve imparare soprattutto il messaggio dell’amore della solidarietà e della convivialità senza smarrirne il senso, senza cadere nella pura alienazione, dimenticando che il palio è soprattutto una festa della vita. Ecco, nella poesia ‘paliesca’ di Michele Masotti  che è nato e cresciuto in contrada, la contrada dell’Aquila, si trova fortunatamente questa idea di contrada. La consapevolezza dell’importanza di vivere il Palio come emozione, come speranza, come attesa, di abbandonarsi alla gioia o al pianto senza paura di essere giudicati, ma anche   con la certezza  di essere i depositari di una tradizione  che si rinnova, che cresce  sulla carne e sulla pelle di questa società con le sue contraddizioni.  Quindi  ricca da sempre di umanità, di amore, di  capacità di condivisione del dolore. Il Palio  nella  poesia di Michele Masotti è  testimone  privilegiato di questa realtà in movimento  di questo passaggio di generazioni , del tempo che passa, lasciando  tracce  di sé nella Piazza e nella ‘nostra’ antica strada.

Fabio Pellegrini

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