“Usano i camorristi per ricattarci, non perdete tempo”. Il governatore dem della Campania, Vincenzo De Luca, di fronte all’inchiesta di Fanpage e alla successiva apertura di un’indagine in cui è coinvolto anche il figlio Roberto, continua a minimizzare. E anche se venerdì, subito dopo la pubblicazione dei video in rete, è corso ai ripari facendo licenziare il direttore della Sma, sabato ha insistito: “Andremo avanti a carro armato”, ha detto intervenendo a un convegno sull’odontoiatria a Salerno. Intanto il candidato M5sLuigi Di Maio ha mandato in onda una parte dell’inchiesta durante un evento elettorale a Genova e ha attaccato: “Voglio farvi vedere il volto degli assassini politici della mia gente. Quando saremo al Governo inaspriremo la legge Severino che è troppo timida per i criminali politici”. Il Movimento 5 stelle in regione Campania ha per altro fatto sapere che presenterà una mozione di sfiducia contro il governatore De Luca.

Di Maio, sempre durante l’incontro di Genova, ha aggiunto: “L’inquinamento nella terra dei fuochi esiste per colpa dei politici del Pd e di FI che fanno affari con la criminalità organizzata. Quando la criminalità organizzata spara, uccide una persona, quando interra rifiuti nella terra dei fuochi, non sappiamo quante generazioni ucciderà. Quando votate questa gente, il Pd e Forza Italia, non solo fate male alla democrazia, ma fate del male a voi stessi, alla vostra salute. Stiamo parlando di politici che prendono tangenti per dare appalti sulla gestione dei rifiuti tossici o nocivi, affidandoli ad aziende che li interrano, non li smaltiscono in modo lecito. Di quei camion ne pagheranno le conseguenze i nostri figli”.
Intanto lunedì mattina, annunciano il capogruppo regionale del M5s Gennaio Saiello e la consigliera Valeria Ciarambino, “i consiglieri regionali troveranno nella loro casella di posta elettronica una mozione di sfiducia nei confronti del governatore De Luca. Un atto dal quale oggi non si può assolutamente prescindere, alla luce del gravissimo scenario che sta emergendo dall’ultima inchiesta della magistratura”. Saiello e Ciarambino spiegano che “i consiglieri regionali non possono esimersi dal firmare la nostra mozione. In caso contrario – concludono – sarà difficile non pensare a una totale connivenza in aula tra due coalizioni che dimostrerebbero ancora una volta di condividere fin troppi interessi”